Fantasmatico

fan-ta-smà-ti-co

Significato Di fantasma; che è frutto dell’immaginazione; in psicanalisi, di ciò che è elaborato dall’inconscio sotto forma di fantasmi o fantasie

Etimologia dal francese fantasmatique, da fantasme ‘fantasma’.

  • «È una presenza fantasmatica che si sovrappone a quella reale.»

Quella del fantasma è una figura semplice e familiare, si direbbe. La frequentiamo fin dalla più tenera età, si manifesta in narrazioni delle più disparate; inoltre lo sappiamo considerare con disinvoltura nella sua natura poliedrica, sia come immagine di persona defunta, sia come immagine illusoria, sia come scenario dell’inconscio, sia come minaccia. Curioso che il fantasmatico risulti essere abbastanza più ricercato e sofisticato.

Premettiamo che siamo davanti a una parola in evoluzione: se guardiamo alla lessicografia anche solo di qualche decennio fa, troviamo significati del tutto diversi.
In sé dovrebbe essere solo ciò che riguarda il fantasma — possiamo parlare della traccia fantasmatica dell’ectoplasma, delle manifestazioni fantasmatiche nel castello. Ma si tratta di un uso più raro.

Il fantasmatico più facilmente qualifica ciò che è prodotto dalla fantasia.
Posso parlare dei pericoli fantasmatici che popolano i discorsi dei genitori; dei successi fantasmatici a cui allude sempre il collega; della soluzione fantasmatica che evochiamo puntualmente per rassicurarci.
Notiamo che potremmo pensarlo vicino al fantomatico — ma è molto diverso. Il fantomatico ha del fantasma l’inafferrabilità e il mistero; certo è pure frutto di fantasia, ma il fantasmatico non si concentra sull’essere sfuggente del prodotto della fantasia, anzi riesce a valorizzarne la traslucida presenza.

Questo si nota bene anche nel fantasmatico della psicanalisi — sebbene soffra un po’ di fantasmaticità, nel senso che i suoi significati sono visti e rivisti con una certa libertà. Per la lessicografia, in quest’ambito si dice fantasmatico ciò che è elaborato dall’inconscio sotto forma di fantasia — ma diciamo pure di fantasma, cioè di scenario prodotto dalla fantasia, in cui il soggetto realizza un desiderio conscio o inconscio, o la messinscena di un conflitto. Ma non pare essere una definizione esaustiva.

Comunque possiamo parlare della rivalsa fantasmatica in cui ci culliamo e che continuiamo a cesellare, della figura fantasmatica di un genitore interiorizzato, che può aver poco a che fare con quello reale, e in una fantasia di vita domestica prende forma un desiderio fantasmatico di focolare.

È una di quelle parole che da un lato si fanno notare, scoppiano nella frase con una bella intensità, e danno subito l’impressione di una certa levatura. D’altro canto è, se non perfettamente accessibile da chiunque in tutte le sue sottigliezze, certo non astrusa — si parla di fantasma, e il fantasma dicevamo ci è noto come il sasso sulla via di casa. Inoltre — e questo è il punto meno scontato — proprio la sua gioventù, proprio il suo avere dei confini d’incertezza spettrale, ci offre la possibilità di sperimentarla senza gran rischio di sbagliarla (non troppo). Se la norma non è scolpita nella pietra, possiamo approfittarne con disinvoltura.

Parola pubblicata il 10 Agosto 2025