Filautia
fi-lau-tì-a
Significato Eccessivo amore di sé
Etimologia dal greco philautía, composto di phílos ‘che ama’ e hautós ‘sé’.
Parola pubblicata il 12 Giugno 2021
fi-lau-tì-a
Significato Eccessivo amore di sé
Etimologia dal greco philautía, composto di phílos ‘che ama’ e hautós ‘sé’.
Parola pubblicata il 12 Giugno 2021
Non serve grande dottrina per riconoscere, in questa parola, un composto di elementi greci. E però davanti alle parole che hanno questa chiara matrice si resta sempre un po’ incerti, all’inizio: è una parola di antica tradizione o inventata ieri? È un termine scientifico riconosciuto e corrente o un vezzo dotto?
Difficile dirlo di primo acchito: il greco antico è a una lingua morta che ha prestato una quantità enorme di termini alla latinità, all’umanesimo e alla modernità, e i cui elementi continuano ad essere usati quotidianamente da chiunque per inventare parole, ora con ambizioni scientifiche e letterarie, ora del tutto occasionali.
Filautia significherebbe letteralmente ‘amore di sé’, ma il suo significato italiano è stato raccolto come un ‘eccessivo amore di sé’. Quindi si può parlare di come la commemorazione funebre grondi della filautìa di chi la pronuncia, di come la filautia possa contaminare un gesto di carità, della filautia dell’amico che vede teneramente il proprio operato dietro a qualunque successo altrui.
Si tratta di un recupero dotto dal greco, ed è un termine desueto anche se non tanto antico: è attestato dal Seicento, i suoi usi sono stati malfermi (anche ortograficamente) e non ha praticamente visto il Novecento.
Ora, le scienze psicologiche hanno set ricchissimi di parole per significare le più variegate sfumature che concernono la stima, la conservazione, la centratura, l’esaltazione di sé, ma la filautìa è un termine al di fuori del canone scientifico corrente, e il suo significato resta un po’ sfumato; forse si può sovrapporre a certi tratti dell’egotismo e del narcisismo, che però nel campo dell’eccessiva stima di sé ambiscono a una precisione clinica superiore. Ad ogni modo, solitamente ‘filautia’ è segnalato come arcaismo — senza nemmeno la dignità di una marca letteraria.
Ciò non toglie che, per essere un arcaismo dotto, sia un termine davvero trasparente. Gli elementi greci che lo compongono sono a buon mercato: tutti mi capiscono se dico che mi sono autofregato, o che sono filomaionese. E la filautia trova comunque il suo piccolo spazio: quando si cerca un modo facile per conferire uno spessore e una gravità particolare a un concetto, recuperarne un nome ricercato (anche approssimando un po’) è sempre una tattica d’effetto.