Giovanneo
Parole semitiche
gio-van-nè-o
Significato Che riguarda san Giovanni Evangelista o il papato di Giovanni XXIII
Etimologia dal nome Giovanni, di origine biblica, attraverso il latino Joannes e il greco Yoànnes, dall’ebraico Yehochanan o Yochanan, in cui Yeho- o Yo- sta per ‘Dio’ e -chanan significa ‘ha avuto misericordia’.
- «Afferma siano testi giovannei, ma secondo me sono tutti apocrifi.»
Parola pubblicata il 15 Settembre 2023
Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini
Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.
Molte parole derivate dall’ebraico hanno una matrice biblica; se molte si spingono lontano, non sono però poche quelle con un raggio d’azione limitato alla sfera della fede e della teologia — anche se hanno echi più che quotidiani. È il caso di ‘giovanneo’.
Questo aggettivo, di solito, non significa meramente ‘che appartiene a Giovanni’ o ‘che riguarda Giovanni’ (o Giovanna): chi mai direbbe che la gavetta a pois nel frigorifero dell’ufficio è giovannea per segnalare che è del collega Giovanni? O che hai proprio fatto una battuta giovannea, se è nello stile dell’amica Giovanna? Se ci serviamo di questo termine i riferimenti sono tendenzialmente selezionati: in particolare, o stiamo discutendo dei testi biblici il cui autore è, secondo la tradizione, San Giovanni Evangelista, oppure del papato di Giovanni XXIII, al secolo Angelo Giuseppe Roncalli, eletto pontefice nell’ottobre del 1958.
Il nome Giovanni, diffuso in tutte le generazioni e in moltissime lingue, è passato attraverso il latino Joannes e il greco Yoànnes, nascendo però in ebraico, nelle forme Yehochanan e Yochanan. Analizziamolo meglio: la prima parte, dove è presente l’elemento Yeho- o Yo- sta per ‘Dio’ (da qui anche il nome ‘Geova’, per esempio). Si tratta della forma troncata del nome di Dio, che è impronunciabile e inscrivibile per la fede ebraica. La seconda parte del teoforo, nome personale che contiene un nome di divinità, reca il verbo chanan, dal significato di ‘avere misericordia’ o ‘essere favorevole’ (ed è all’origine anche del nome ‘Anna’).
Nel secondo testamento compaiono due personaggi importanti con questo nome. Il primo è il figlio di Elisabetta, l’anziana cugina di Maria, che non sperava più di poter concepire. Costui diventerà Giovanni Battista, la ‘voce di uno che grida nel deserto’, si voterà al nazireato, ovvero si consacrerà a Dio, battezzerà Gesù nelle acque del fiume Giordano, e morirà decollato su richiesta di Salomè e per ordine di Erode Antipa. Nell’arte è riconoscibile grazie alle vesti di pelli di animali, all’agnellino, ad una croce sottile corredata dal cartiglio recante la scritta ‘Ecce agnus dei’ (‘Ecco l’agnello di Dio’) e, non in ultimo, grazie alla propria testa servita su di un piatto.
Il secondo Giovanni neotestamentario, colui da cui l’aggettivo giovanneo trae la sua principale raison d’être, è l’Evangelista, ‘il discepolo che egli amava’, spesso rappresentato dagli attributi dell’aquila, del calice con serpente e del libro, autore del quarto Vangelo canonico, di alcune lettere e, si suppone, del libro dell’Apocalisse, letteralmente la rivelazione, scritta in greco sull’isola greca di Patmos.
A questo punto vale la pena porsi una domanda: se il papa per il cui operato è possibile usare questo aggettivo era già il ventitreesimo del suo nome, perché proprio a lui viene attribuito un termine che è quasi un’antonomasia? Be’, con molta probabilità ciò è dovuto alla fortissima e per l’epoca inedita mediatizzazione della figura di Giovanni XXIII, soprannominato ‘il papa buono’, che diede avvio, malgrado la relativa brevità del suo pontificato, ad un processo di cambiamento radicale in seno alla Chiesa, il Concilio Vaticano II.
Quindi parleremo i come il caos di una città ci ricordi immagini giovannee dell’Apocalisse, delle lettere giovannee o delle encicliche giovannee a cui si riferisce chi presenta un libro. Se i casi d’uso di questa parola sono rari ed estremamente specifici, è bello concedersi lo spazio per curiosare dietro le quinte di un nome tanto diffuso, andando a scoprire il suo fausto significato e le storie dei personaggi più noti che lo hanno portato.