Fausto

fàu-sto

Significato Propizio, favorevole; lieto, fortunato

Etimologia voce dotta recuperata dal latino faustus da avvicinare a favère ‘essere favorevole, favorire, approvare’.

Pur essendo di una ricercatezza squisita, che si fa notare in ogni discorso, questo aggettivo non perde un tratto di semplicità, quasi domestico. Forse ci è più consueto come nome di persona, Fausto o Fausta, o incluso nel suo contrario infausto — in ogni caso sono suggestioni radicate profondamente.

Il fausto concentra un arcipelago di concetti positivi: è innanzitutto il propizio, il favorevole —ma in genere diventa il lieto, il fortunato, il felice: possiamo parlare dell’esito fausto dell’operazione, di segnali fausti che emergono dall’indagine, di una notizia fausta che ci raggiunge, dell’avventura fausta da cui torniamo, della fausta presenza di un altro vaso di pomodori secchi, dei giorni fausti che ci attendono.

Riesce ad attingere a quest’ampia misura di bene grazie al suo riferimento originario, essendo derivato del verbo faveo, cioè ‘essere favorevole, approvare’ — che dà frutti dal fautore al favore. Data l’ampiezza, è giocoforza un campo di significato che non manca di parole: ha un gran numero di sinonimi, ma come al solito possiamo distinguerlo in una sfumatura unica.

Il lieto ha una dimensione più interiore: il fausto ha una benignità più oggettiva, esterna, per quanto intimamente goduta. Ha senz’altro un’antica dimensione religiosa, e quest’aura di compartecipazione in un compiacimento superno non svanisce nel fausto — ma è meno pesante di quanto non sia nel propizio. Il favorevole stesso ha un tono meno intenso, trattenuto in un’inclinazione, il fausto ha un tratto più definitivo. Mentre il fortunato e il felice hanno dei tratti di sfacciataggine che non troviamo nella sfumatura compassata del fausto, e il prospero ha un che di più produttivo, di crescita. Il suo stesso suono ci comunica la sua compostezza — pronunciato quasi in un’esalazione, in cui nessuna consonante vibra.

Certo è una parola che può spiazzare, richiede che il discorso sia in grado di sostenerla, per slancio poetico, per serietà pratica, per misurata ironia. Ma è una risorsa che si spende bene, eloquente, icastica.

Parola pubblicata il 07 Ottobre 2021