Giovare

gio-và-re (io gió-vo)

Significato Essere utile, vantaggioso

Etimologia dal latino iuvare ‘aiutare, favorire, dilettare’.

  • «Credo che un altro bicchiere mi gioverà, è un gran Borgogna.»

Enos Lases iuvate.

Aiutate noi, Lari”. Così, rivolgendosi ai Lari, antenati della famiglia, inizia il Carmen Arvale. È un canto liturgico dei sacerdoti Arvali, devoti a Dia-Cerere, dea della fertilità dei campi. Roba di duemilaseicento anni fa, secolo più secolo meno, pronunciata in un latino arcaico: l’iscrizione che ce ne è giunta è del 218 d.C. — un’epoca in cui quel latino era già una lingua misteriosa. Ma dentro ci leggiamo il verbo iuvare, da cui nasce senza soluzione di continuità, per minime modifiche assommate in un uso ininterrotto, il nostro ‘giovare’. Insomma, questa parola ci mette in contatto con una parte importante del nostro passato linguistico.

Già perché noi diciamo che iuvare vuol dire ‘aiutare’. Ma è un uroboro, una traduzione ricorsiva: ‘aiutare’ deriva da adiuvare, un derivato di iuvare. Siamo alla fonte del nostro concetto di aiuto: che cos’è questo giovare? Ci sarà di che stupirsi.

Il taglio è ampio. Abbraccia un aiutare sì, ma nella dimensione larga di un fare bene, essere utile, opportuno, perfino far piacere — addirittura c’è chi chiosa che proprio questo ‘far piacere’ sia stato il nocciolo primo di significato del latino iuvare.

Se una camminata nel bosco giova alla salute, il suo respiro non è concentrato su un aiuto mirato come un intervento medico, ma si impronta a una larghezza godibile; se per muovere una certa critica giova adottare un’ottica diversa, non sto parlando di qualcosa che funzionalmente serve o che assiologicamente è bene, sto conservando una misura di leggerezza, di cura; se mi giovo di un lavoro fatto in precedenza, nel valermene pongo l’accento su un senso di utile che fa piacere — non lo starò meramente utilizzando.

Il profilo di letizia insito nel giovare è magari poco vistoso, ma è marcato e profondo: pensiamo che è il medesimo del ‘giocondo’: iucundus (gradevole, amabile, piacevole) è derivato di iuvare — solo in un secondo momento attratto da iocus ‘gioco’.

Insomma, questo è il segreto di questa parola, che oggi ci pare blandamente ricercata, forse a volte perfino un po’ affettata: la parola fondativa del nostro concetto di aiuto, lo pone in una dimensione di letizia e di piacere.

Ma Giove non c’entra proprio nulla? Nisba, si direbbe.

Parola pubblicata il 28 Maggio 2022