Gotico

Parole d'autore

gò-ti-co

Significato Dei Goti, antica popolazione germanica, e per antonomasia germanico o barbaro; stile artistico diffusosi in Europa tra il XII e il XV secolo, in specie in campo architettonico; stile calligrafico sviluppatasi nello stesso periodo e, per estensione, scrittura difficilmente decifrabile; genere narrativo nato in Gran Bretagna agli inizi dell’Ottocento e, per estensione, scenario misterioso e lugubre; stile musicale e di abbigliamento, proprio in particolare della subcultura [goth] (nota in Italia anche come [dark]), originatasi in Gran Bretagna tra gli anni ’70 e ’80

Etimologia dal tardo latino gothĭcus, derivato di gothus. Probabile calco del nome con cui i Goti chiamavano se stessi nella propria lingua, attestato nella forma composta gut-thiuda, “il popolo dei Goti”.

Cosa lega un invasore barbaro dei primi secoli, la cattedrale di Notre-Dame e il look della famiglia Addams? In realtà niente. Ma, siccome la lingua è una simpatica birbante, può succedere che il più becero insulto sia accolto con tutti gli onori nei trattati di Storia dell’arte, e poi adottato con orgoglio dalla cultura pop.

La definizione di ‘arte gotica’ aveva infatti un senso spregiativo nelle intenzioni del Vasari, che la canonizzò nelle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori (1550). ‘Gotico’, per lui, significava semplicemente ‘barbaro’: un aggettivo perfetto per l’arte del basso Medioevo, che agli occhi rinascimentali appariva contraria a ogni regola estetica.

Prendiamo la cattedrale di Notre-Dame di Parigi. Onestamente, vi direbbe il Vasari, non vedete com’è complicata, stravagante, disarmonica? È tutta un fascio di nervi tesi verso l’alto. I greci non se la sarebbero figurata neanche negli incubi.

Oggi il giudizio comune è piuttosto diverso, eppure la definizione del Vasari ha resistito con la tenacia di una zecca. Peraltro, sebbene ‘gotico’ non sia più usato nel senso di ‘barbaro’, fino a poco tempo fa conservava ancora il significato di ‘bizzarro’ (per esempio Nievo parla di “gotiche credenze” nel senso di idee bislacche).

La cosa buffa quindi è che lo stile gotico, con i Goti, non c’entra proprio nulla. Anzitutto perché nel XII secolo, quando quest’arte iniziò a diffondersi per l’Europa, il popolo dei Goti in quanto tale era sparito da un bel pezzo. O meglio lo erano i diversi popoli germanici discendenti, alla lontana, dagli abitanti del Götaland in Svezia, tra cui i famigerati Visigoti e Ostrogoti.

Non solo: benché ‘gotico’ sia stato usato anche come sinonimo di ‘germanico’ (associazione che ritroviamo nella ‘linea gotica’), lo stile che porta questo nome nasce in realtà nel cuore della Francia, con la basilica di Saint-Denis.

Anche la scrittura gotica, che ancor oggi vediamo rispuntare in qualche font pretenzioso, si è sviluppata tra Francia e Inghilterra. È vero però che i tedeschi l’hanno poi abbracciata con entusiasmo; il che, direbbe un grafologo, non è un caso, giacché si tratta di una scrittura stretta e aguzza, elegante ma rigida, com’è appunto il carattere tedesco nel nostro immaginario.

D’altro canto un antico goto resterebbe forse altrettanto sorpreso scoprendo d’aver dato il nome a un’intera subcultura (pur molto variegata) con un peculiare gusto per il lugubre. Le sue espressioni per eccellenza sono la musica – in prevalenza rock – e la moda, diffuse anche al di fuori della comunità goth propriamente detta. In effetti il look gotico è spesso la bandiera degli adolescenti ribelli: nero ovunque, make up pesante, borchie, catene, croci, teschi…

Com’è che da Notre Dame siamo arrivati fin qui? L’anello mancante è il romanzo gotico, nato nell’Inghilterra dell’Ottocento, che ha fatto delle architetture medievali lo sfondo di vicende cupe e misteriose. Così il gotico ha finito per associarsi sia all’immaginario horror, sia al periodo vittoriano. Per questo la moda gotica può declinarsi anche in senso romantico-decadente, ripescando corsetti, pizzi e altre suggestioni ottocentesche.

Insomma ‘gotico’ è una parola straordinariamente fertile, capace di scorrere lungo i secoli assumendo forme sempre diverse. E se pensiamo che, secondo le teorie etimologiche più accreditate, la parola sarebbe connessa al ‘versare’ – inteso come lo scorrere di un fiume o l’effondersi del seme maschile – possiamo proprio dire che ha fatto onore alla sua radice.

Parola pubblicata il 31 Maggio 2021

Parole d'autore - con Lucia Masetti

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