Iattura

iàt-tù-ra

Significato Il gettare via; disgrazia, sventura, danno

Etimologia voce dotta recuperata dal latino iactura ‘ciò che viene gettato, danno, perdita’, der. di iàcere ‘gettare’.

Vista l’affinità semantica, oltre a quella morfologica, si può pensare che la iattura sia parente stretta della iettatura, perfino una semplice variante; e in effetti c’è più di una mera affinità semantica: la scaturigine etimologica è la stessa, cioè il verbo latino iàcere ‘gettare’. Ma convergono sulla disgrazia, sulla sventura, solo dopo aver tracciato due archi ampi e diversi - due storie che nascono insieme e s’incontrano solo alla fine.

La iattura emerge in italiano come l’atto del gettare via. Ma come adombrano già i significati concreti che il termine iactura aveva in latino, non è un gettar via qualsiasi. Era in primis il gettare fuori bordo la zavorra della nave. Zavorra che magari era la merce stessa che stava trasportando, ma nei tumulti del mare avere un’imbarcazione più o meno leggera, più o meno carica, può determinare se la pellaccia la si riporta a casa o no. Tanto che la iactura, in senso figurato, diventa semplicemente il danno, la perdita, la rinuncia. Anche nel lessico militare, dove indicava una perdita di soldati, il tono resta lo stesso. Qualcosa (o qualcuno!) di gettato e perso.

Se come ‘atto del gettar via’ la iattura suona obsoleta, invece va forte (ed è sempre elegante, gradevolmente ricercata) proprio nei solchi dei vecchi significati figurati: il danno, la disgrazia, la sventura. La grandine al momento sbagliato è una iattura per l’uva, quell’investimento è stato una vera iattura, la squadra è funestata dalla iattura di una serie di infortuni.

La iettatura, figlia dello iettare, esito meridionale parallelo al ‘gettare’ nazionale, è sempre un gettare, una gettatura. Ma ciò che si lancia, in questo caso, è il malocchio, l’influsso malefico volto a nuocere a qualcuno - che, causa per effetto, diventa anche la disgrazia, la sventura.

Sono due sfortune: ma quella della iattura è una sfortuna commerciale, contemplata come possibilità razionale di un discapito; quella della iettatura invece prospera nel reame della superstizione. Insomma, queste due sorelle, anche se convergono sullo stesso punto di significato, ormai hanno modi molto diversi.

Parola pubblicata il 04 Ottobre 2018