Maldestro
mal-dè-stro
Significato Che manca di abilità e accortezza; fatto male; impacciato, goffo
Etimologia composto di male e destro.
- «Che maldestro, ho urtato il vaso di fiori con lo zaino.»
Parola pubblicata il 05 Agosto 2025
mal-dè-stro
Significato Che manca di abilità e accortezza; fatto male; impacciato, goffo
Etimologia composto di male e destro.
Parola pubblicata il 05 Agosto 2025
Non che comunque abbia un significato lusinghiero, ma in questa parola possiamo notare una premura specifica e abbastanza classica, che ne smorza l’aspro: con evidenza è costruita in negativo, e con una certa arte.
Le parole che significano qualcosa negando il suo contrario hanno un effetto molto puntuale e peculiare; prima evocano la qualità di base, in senso lato positiva, e poi… ci mettono una croce sopra. Noi non siamo in grado di non-immaginare qualcosa, di immaginare strettamente in negativo l’assenza di un attributo: l’unico modo che abbiamo per farlo è richiamare una figura e poi negarla — ma la figura richiamata si continua a vedere bene. Se vi chiedo di figurarvi una persona senza cappello, nella vostra mente prima glielo mettete, e quindi glielo togliete.
A questo stesso modo il maldestro evoca prima la destrezza, qualità limpida di abilità, agilità e accortezza, e poi la peggiora. Anche questo è notevole: non si affida a uno dei volenterosi prefissi negativi che abbiamo sempre pronti all’intervento, bravissimi nel ribaltare geometricamente un’affermazione, ma sceglie un più tornito ‘mal’. Il maldestro non è non-destro: è malamente agile, pronto, accorto. Una sottigliezza, è vero… che resta una sottigliezza finché non vediamo come si comportano i suoi sinonimi.
L’incapace e l’inetto sono attributi gravi, hanno spesso un respiro tutt’altro che circoscritto, che addirittura prende una piega morale — ed è un filone a cui si aggiungono anche la serietà dell’inabile, lo sprezzo dell’impedito. Una persona che viene chiamata inetta o impedita patisce un giudizio molto più penetrante e offensivo, rispetto a una che viene detta maldestra.
Il sinonimo che ci si avvicina di più è il goffo — che ci dipinge soprattutto un modo sgraziato di muoversi. Certo, il maldestro ha l’estensione del destro: non è tanto una questione di grazia, di piacevolezza e armonia nel movimento. Infatti posso facilmente immaginarmi un ballerino leggiadro e maldestro, che piroettando schianta a terra lampade e calici di baccarat. Anche l’impacciato non è distante, e però è forse più avvitato sul confuso e sull’esitante.
Il maldestro non è primariamente sgraziato: pecca di accortezza, di prontezza nell’azione — pecca secondo un profilo di abilità che ha un po’ il fiuto della sagacia, il polso dell’esperienza. Agisce malamente, e questo può essere riflesso di un essere goffo, impacciato, o anche solo a disagio e inesperto, ma il fuoco è discretamente stretto sull’azione e sui suoi risultati.
Nella pratica sia il goffo sia il maldestro fanno cadere il vassoio coi salatini nella piscina, ed entrambi tentano in maniera imbarazzante di rimediare a una gaffe. Ma il goffo ha spesso un che di tenero: un complimento goffo è inesperto ma ha l’aria sincera, mentre un complimento maldestro è più strettamente inefficace.
Così posso parlare dell’approccio maldestro con cui l’amico avvicina il cane o il bambino, del corteggiamento maldestro che finisce per allontanare, di un tentativo maldestro di contraffazione.
Un attributo temperato, anche se negativo; non attiva tanto alla tenerezza ma si tiene ben lontano da qualificazioni più acri — in uno splendido equilibrio concentrato su un’azione condotta male e sui suoi effetti.