Palatabile

pa-la-tà-bi-le

Significato Appetitoso, piacevole al gusto; accettabile con gusto

Etimologia calco dell’inglese palatable ‘piacevole, appetitoso’, derivato del latino palatum ‘palato, volta’.

  • «Sono specialità inquietanti ma palatabili della cucina del luogo.»

Sorte curiosissima: da un lato questo termine si afferma con forza pratica in ambito veterinario, dall’altro lo troviamo usato con piacere dal gotha della letteratura italiana recente.

Il riferimento ha un’evidenza che non lascia dubbi: il fulcro dell’immagine è il palato.
Il palatabile è ciò che è acconcio al palato, e quindi ciò che è piacevole al gusto, appetitoso. Ma attenzione alla magia dei suffissi: quel ‘-abile’ ci esprime una possibilità, e quindi tutta questa piacevolezza, tutta questa qualità d’essere appetitoso hanno un grado di ammissibilità — non si affrettano a dipingerci un livello eccelso di piacere e gusto. D’altro canto il riferimento è al palato: non stiamo parlando di un ‘mangiabile’, di un ‘commestibile’ che ci accomoda in un ‘non nocivo’ e ‘non disgustoso’ di cui ci dobbiamo accontentare. Stiamo parlando di un riferimento a ciò che è accettabile non per il sostentamento dell’organismo, ma per gli alti criteri dell’organo guardiano del gusto.

Sì, anche riguardo alla percezione del gusto in antichità le idee non erano chiarissime (be’, nella vulgata non lo sono nemmeno oggi, a dire il vero), fatto sta che per lungo tempo è stata credenza comune che il palato, questo tetto osseo e membranoso della bocca avesse un ruolo fondamentale nella percezione del gusto. Per questo parliamo dei piaceri del palato, anche se nel nostro paradigma attuale questo velario con la delizia c’entra poco — la giurisdizione a riguardo è della lingua e delle papille gustative. Anzi, se il palato resta coinvolto è perché qualcosa ci resta pervicacemente appiccicato, senza gran piacere — burro di arachidi, nespola, pane azzimo che sia.

Il palatabile quindi approda all’appetitoso con un’aura da ‘gustabile’ — è termine tiepido nell’intensità, ma ha una palette orientata su quello che è in effetti un piacere, per un risultato appetitoso possibilista.
Posso parlare delle alternative palatabili che troviamo per l’amico con un’allergia alimentare, della ricerca del palatabile fra le mille dubbie possibilità del buffet, di un prodotto dietetico o medico che è palatabile in maniera sorprendente; qui il palatabile si rivela nel profilo veterinario. Dare una medicina a cani e gatti può essere un’impresa — sono in grado di sgamare una compressina sgradita qualunque sia il modo con cui la mascheriamo — ma se le compresse sono palatabili se le mangeranno (si spera) di gusto, come una chicca.

Una qualità del genere, così precisa, che identifica una sfumatura tanto ibrida del gradevole e dell’accettabile, è passata con evidente piacere anche alle sfere figurate. Il palatabile si fa accettabile con gusto, e quindi possiamo parlare di come un provvedimento inviso sia reso palatabile con un adeguato battage da parte della stampa e della televisione, di come la cornice scherzosa del programma renda doppi sensi e allusioni spinte palatabili per grandi e piccini, di come il nuovo amore ci trasformi in palatabili galassie di libri e film che prima aborrivamo — ma anche di come un adattamento linguistico renda palatabile un termine straniero particolarmente ostico.

È una parola accessibile e simpatica ma raffinata, dal significato sottile e di complessità ambivalente, tipico di discorsi che sanno sintonizzarsi su frequenze esatte.

Parola pubblicata il 28 Settembre 2023