Potare

po-tà-re (io pò-to)

Significato Tagliare parti di una pianta per sfoltirla, per darle forma, per regolare la produzione di frutti e simili; sfrondare un testo

Etimologia dal latino putare, nei primi significati di ‘mondare, potare’.

  • «Ci sono da potare gli olivi.»

C’era un nonno che lavorava nei campi e nei boschi e nei giardini: col suo lavoro ha messo insieme una tale fortuna da avere uno stuolo di nipoti che in città hanno fatto la vita dei gran signori — c’è anche chi è entrato in Parlamento.

Sì, il verbo ‘potare’, quello che ci trova sull’albero con le cesoie in mano, ha questo genere di storia. Come possiamo già immaginare, quella fortuna è una fortuna concettuale — ma probabilmente non abbiamo presente come il potare abbia potuto scatenare una metafora prodigiosa, tale che non siamo più in grado di farne a meno, nemmeno a distanza di millenni. Qui attenzione, perché stiamo per entrare in contatto con un punto d’appoggio del nostro modo di pensare il pensiero.

Siamo davanti a un ‘tagliare’ particolare, no? È un ‘tagliare’ che pulisce, monda, sfronda — che serve ad esaltare una potenzialità vegetativa. Individua il secco, il disutile, il controproducente (avendo in mente le necessità della pianta e le proprie, immaginando già il fiore e il frutto e la forma) e interviene togliendo il troppo e il vano con perizia.
Chiaramente è un’azione continua, che richiede una continua valutazione secondo certi criteri: è semplicemente così che il potare diventa un ponderare, un calcolare, uno stimare — e quindi un ritenere, un credere. Significati che riconduciamo al verbo latino putare come principali, anche se non sono quelli originari.

Ecco, lo abbiamo considerato a più riprese: la facoltà dell’intelligenza consiste in una scelta fra il resto, in un trascegliere. Analogamente al decidere, il putare inizia tagliando e finisce pensando. E lo fa con una prosapia magnifica che prosegue in italiano.

Il computo e il conto, fratelli allotropi nipoti del putare, sono dei calcolari. Le imputazioni che troviamo in tribunale sono messe in conto, attribuzioni, in particolare di un fatto di reato. Il reputare è un giudicare e un credere. Nella disputa si giudicano vari elementi d’argomentazione separatamente. Il putativo è meramente supposto, come l’ipotesi del putacaso. Il deputato — secondo l’etimologia eh — è ben ponderato per essere destinato a un ruolo, in particolare alla Camera del Parlamento. E poi certo, c’è la permanenza di una prospettiva di potatura nella meno serena amputazione — ma qui non ci sono salti figurati altrettanto difficili.

Ad ogni modo a noi il potare arriva per via popolare con i significati che conosciamo — tagliare parti di piante per dare forma, regolare la produzione di frutti e via dicendo —, ma vale la pena notare come abbia avuto delle piacevoli estensioni: è diventato un tagliare in genere, ma in particolare è diventato uno sfrondare testi — e quindi quando ci accorgiamo che il messaggio o l’articolo sono troppo lunghi, possiamo potarli un po’.

Ma insomma, il gesto del potare, di questo speciale modo di tagliare con speciale intento, è stato scaturigine di una raffica di parole che insieme sono correnti, cardinali e tendenzialmente elevate.
È sempre sorprendente rendersi conto di come molte basi del nostro pensiero si sostanzino in metafore di lavoro manuale — della continuità fra gesto e pensiero.
(Comunque niente a che fare con il potabile — tanto più che agli ingegni più acuti non sfuggirà che l’acqua non è facile da potare.)

Parola pubblicata il 13 Settembre 2024