Psittacismo

psit-ta-cì-smo

Significato Tendenza a ripetere come un pappagallo ciò che si è sentito; tendenza a usare parole vuote o che non si comprendono

Etimologia dal greco psittakós pappagallo.

L’immagine del pappagallo che ripete le parole che sente è molto suggestiva: lo può fare con bravura sorprendente, ma certo non comprende il significato di ciò che dice.

Lo psittacismo è quindi la tendenza a ripetere parole o idee di altri al modo del pappagallo, senza alcuna comprensione. In certi casi può essere sintomo di una psicopatologia, che porta alla ripetizione compulsiva di frasi udite; più comunemente, è sintomo di un certo tipo di ignoranza, che consiste nel riportare meccanicamente ciò che si è sentito o addirittura studiato.

Per dare profondità a quest’ultimo caso, torna particolarmente fertile l’uso che fece il filosofo Leibniz di questo termine: quando certe parole non sono colte nella loro essenza profonda e concreta, il ragionamento che le impieghi finisce per essere uno psittacismo, una voce vuota come quella del pappagallo. Si tratta di una facile patologia di ogni concetto astratto (Leibniz parla di pensieri ‘ciechi’ e ‘sordi’), ma possiamo scorgervi molto di più. La ripetizione di espressioni e parole fornite da altri, o perfino sedimentate nei nostri ricordi, finisce per purgarle di ogni autenticità - e quindi, di ogni significato. Perché per convogliare un significato in una parola o in una certa espressione è necessaria consapevolezza e una certa misura di interpretazione.

Quindi all’esame, per superficialità, gli psittacismi più dotti vengono premiati con voti alti; i titoli dei giornali e le discussioni degli opinionisti sono ricchi di psittacismi, reiterati per comodità e mancanza di fantasia; e l’inchiesta scomoda trova ostacolo nell’ossequioso psittacismo dei politici, rinserrati dietro formule di circostanza.

Una parola importante, perché se anche è poco conosciuta, descrive un fenomeno consueto in maniera callida e tagliente.

Parola pubblicata il 03 Marzo 2015