Sagittabondo

sa-git-ta-bón-do

Significato Di Cupido, che lancia frecce che fanno innamorare; che lancia sguardi amorosi

Etimologia derivato di sagittare ‘lanciare frecce’, voce dotta recuperata dal latino, e derivato di sagitta ‘freccia’, col suffisso aggettivale -bundus.

La vicenda recente di questa parola è delle più curiose e, a dirla tutta, grottesche. Infatti fino a una manciata di anni fa questa parola era un hapax legomenon, cioè un termine usato in una singola opera della nostra letteratura.Tale opera è un libro rinascimentale molto famoso, stampato nel 1499, l’Hypnerotomachia Poliphili del frate Francesco Colonna.

La celebrità di questo libro, un romanzo allegorico a tema amoroso che adombra un percorso iniziatico fatto di numerologia e simbolismi all’interno di una trama cavalleresca che si sviluppa fra sogni e sogni nel sogno (scusa Inception, c’era prima l’Hypnerotomachia) e che raccoglie la tradizione di opere antiche come le Metamorfosi di Apuleio, non sta tanto nella trama quanto nella realizzazione tecnica dei volumi stampati. È infatti opera del tipografo Aldo Manuzio (lo Steve Jobs della tipografia rinascimentale), che è stato in grado di corredarlo con 169 incisioni di squisita fattura. Insomma è un libro eccezionalmente bello (e ancora oggi concupito da ogni bibliofilo).

Fatto sta che in un passaggio del libro Cupido viene chiamato ‘sagittabondo’, e che in un altro vengono chiamati ‘sagittabondi’ degli occhi. Cupido dardeggia frecce innamoranti, e d’amore sono gli sguardi dardeggiati dagli occhi. Qui si concluderebbe la storia di questa parola, simpatica invenzione del nostro frate, mai invalsa e mai più attestata. Se non che…

Negli ultimi anni una serie sterminata di articoli e di interventi radiofonici l’hanno raccolta e, in un cerchio autoalimentato partito da chissà quale casualità, illustrata a testimonio di come la lingua italiana si sia impoverita, di come siano belli i termini antichi, di come dovremmo riscoprire le parole desuete. Ma da allora (e si parla degli ultimi cinque, forse sei anni) la fortuna di questa parola, pur così osannata ed esposta, nei fatti non è cambiata. Nessuno ha iniziato a usarla, viene solo mostrata sotto formaldeide in articoli mediocri che a torto credono sia stata viva e vegeta in un tempo passato. E invece no. È una trovata brillante usata una volta, registrata solo dai dizionari enciclopedici più voluminosi e meticolosi.

Ciò che piace agli amanti di questo termine è il suo suono corposo (il suffisso ‘-bondo’ emoziona sempre), e il riferimento a Cupido e all’amore romantico. Per farsi Frankenstein e dare vita a questa parola morta non servono articoli che la illustrino, servono persone che la usino consuetamente. Non una prospettiva probabile, ma mai dire mai.

Parola pubblicata il 22 Settembre 2019