Sansone

Parole semitiche

san-só-ne

Significato Persona dotata di fenomenale forza fisica

Etimologia attraverso il latino Samson e il greco Sampson, dall’ebraico Shimshon, dalla parola shemesh, cioè ‘sole’; nome di uno dei Giudici d’Israele, personaggio biblico, eroe della lotta contro il popolo dei Filistei.

  • «L’ha sollevata da solo? È un sansone.»

Quando vogliamo descrivere la forza prodigiosa di qualcuno, abbiamo a disposizione due antonomasie: Ercole e Sansone. Hai visto il figliolo dei vicini com’è bello alto? Quello diventerà un sansone! Per affrontare il trasloco ci faremo dare una mano da quell’ercole del nostro amico gallese. Due parole, due personaggi, due storie molto diverse ma un unico concetto di base: la forza fisica portentosa (e anche una marea di beghe con le donne).

Il primo è un celeberrimo semidio concepito da quel gran satiro di Zeus con la bella e ignara Alcmena e allattato con l’inganno dalla dea Era, la quale lo perseguiterà per tutta la vita.

Il secondo, invece, è un personaggio del primo testamento della Bibbia. Compare nel Libro dei Giudici ed è protagonista di alcuni episodi della lotta degli Israeliti contro i Filistei. Nato da sposi che non riuscivano a concepire (leitmotiv di molti matrimoni biblici - al contrario della mitologia greca, che pullula di donne e uomini ultra-fecondi), nazirita fin dal grembo materno (cioè consacrato in maniera speciale, con speciali obblighi di condotta), non gli si devono mai tagliare i capelli, perché in essi risiede la sua forza magnifica. La sua vita è un continuo fare dispetti ai Filistei, fidarsi di donne di cui invece non dovrebbe e, ovviamente, vendicarsi. In tutto questo riesce anche a fare il giudice d’Israele.

I problemi veri di Sansone iniziano quando si innamora di Dalila, una donna che si fa corrompere dai Filistei, i quali vogliono sapere il segreto della forza infinita dell’israelita. Chiedi oggi, chiedi domani, Sansone alla fine è stufo di tutte quelle domande e di doversi inventare una scusa diversa ogni volta, e cade nel tranello: le confessa che la sua forza è nella sua fantastica criniera. Detto fatto, mentre il giudice dorme arrivano i Filistei che lo rasano. È la fine. Lo accecano, lo portano via e lo mettono a lavorare ad una macina. Ma la vendetta arriva con la ricrescita dei capelli: in occasione di una festa riesce con un escamotage a mettere le mani sui muri portanti della casa. Ritrovata la sua forza inaudita, all’urlo di: ‘Muoia Sansone con tutti i Filistei!’ si vedica di tutto ciò che ha subito e distrugge la casa intera, uccidendo tutti coloro che vi si trovavano all’interno.

In italiano il nome Sansone, con la desinenza in -one, dà subito un’idea di stazza notevole, di corpulenza e imponenza. Nonostante ciò, non si tratta di un accrescitivo, anzi: è solo l’evoluzione, attraverso il latino e il greco, del nome proprio ebraico Shimshon, che gli accademici credono derivi dalla parola shemesh, cioè sole. Questa figura biblica fa parte dell’immaginario comune, gode del prestigio dell’antonomasia e, quando ci pare di aver scomodato un po’ troppo Ercole e la sua forza erculea (appunto), può essere una bella risorsa per parlare di potenze fisiche poderose. Senza contare che entrambi avevano dei gran muscoli, è vero, ma è probabile che i capelli più belli li avesse Sansone!

Parola pubblicata il 18 Agosto 2023

Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini

Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.