Spiegone

spie-gó-ne

Significato Spiegazione prolissa e pedante; in una narrazione, spiegazione esplicita e didascalica

Etimologia da spiega, riduzione di spiegazione.

Si sa, c’è spiegazione e spiegazione. Spiegone è una parola che nelle sue accezioni più interessanti è relativamente nuova: prende le mosse dalla spiega, una riduzione di ‘spiegazione’ — una parola forse non bellissima, che sembra un po’ un odiosamato ‘derivato a suffisso zero’ di ‘spiegare’, in un’alternanza paragonabile a quella fra utilizzazione e utilizzo, soddisfazione e soddisfo. Ad ogni modo tale riduzione, come si può immaginare, fa della spiega una spiegazione particolarmente rapida, incidentale, disinvolta. La collega ci indica la spiega a margine del passaggio che non abbiamo capito, mentre qui e qui l’autore fa la spiega dell’accaduto. Lo spiegone si apre di qui.

È un accrescitivo, e come molti accrescitivi ha un profilo di spregio: possiamo già annusarne il portamento goffo, pesante, magniloquente, fuori luogo.
E in effetti lo spiegone è registrato innanzitutto come spiegazione prolissa e pedante — che in massima parte è percepita come non richiesta. Così, anche se abbiamo un dubbio secco ci tratterremo dal fare una domanda per evitare di far partire uno spiegone interminabile, e la spontaneità della visita al museo si arena su spiegoni insostenibili forniti dalla guida o dall’amica. Ciò nondimeno lo spiegone, forse con un po’ di autoironia, può presentarsi anche solo come una spiegazione dettagliata, con un gradito grado di approfondimento maggiore: ad esempio l’amico che non vedevamo da un pezzo ci proporrà un bello spiegone sulle evoluzioni degli affari di cuore di tutte le amicizie comuni — di cui è informatissimo.

Ma il tratto più interessante dello spiegone è quello che acquista nell’arte della narrazione, dove è la ricapitolazione iniziale di quanto raccontato in precedenza (“Nelle puntate precedenti...”), ma non solo.
Quando si racconta, spiegare può essere pericoloso: spiegazioni troppo esplicite, didascaliche, che spiattellano ciò che dovrebbe con naturalezza emergere dalle vicende e dagli scambi, così come spiegazioni che interrompono la dinamica dell’intreccio per rifare il punto, per presentare qualcosa ricaduto fuori dalla trama narrata, rompono l’incantesimo. E tali sono gli spiegoni.

Così è uno spiegone quello del personaggio che in maniera artificiosa, fra altri personaggi che dovrebbero già conoscerlo, racconta l’antefatto di una situazione di conflitto; è uno spiegone la carrellata di rivelazioni che viene servita dal cattivo all'acme del dramma; è uno spiegone quello del personaggio che nella narrazione seriale ricapitola fra sé tutti i viaggi che ha fatto, a uso di un pubblico discontinuo o smemorato; e sono spiegoni le descrizioni minuziose di come sono i personaggi, senza che i loro caratteri emergano organicamente al racconto. Uno splendido allarme sulla qualità di una narrazione — peraltro sempre molto divertente da notare.

E in genere ‘spiegone’ è una parola vivace, che ci mostra come è che il respiro di un termine cambia e si amplia, e quale sia il potere evocativo di semplici suffissi — in particolare, la complessità sfumata di un accrescitivo che peggiora e ridicolizza.

Parola pubblicata il 12 Novembre 2021