Tigre

Parole bestiali

tì-gre

Significato Nome comune della specie Panthera tigris, della famiglia dei felidi

Etimologia dal latino tigris, a sua volta dal greco tigris, di provenienza iranica.

  • «Vedrai, è una tigre di carta. »

La tigre, in pratica, è il leone asiatico. Tutta la retorica regale che in Occidente circonda il crinito micione, in Oriente è appannaggio del gattone a strisce. Entrambi infatti, essendo al vertice della loro catena alimentare, sono il simbolo per eccellenza di forza e potere.

Anche il cielo si divide tra i loro regni. Per l’astrologia nostrana la costellazione del leone estende la sua influenza sui mesi di luglio e agosto. In Oriente invece la tigre è uno dei 12 segni zodiacali, nonché uno dei quattro animali che presiedono i punti cardinali e le stagioni (le spettano in particolare l’Ovest e l’autunno).

Difficile dire chi dei due avrebbe la meglio in uno scontro (per la verità in natura ciò non accadrebbe mai, dato che sono diffusi in continenti diversi). Forse la palma andrebbe al leone, ma solo perché – essendo un animale sociale – è più abituato a litigare. Come dimensioni, però, la tigre lo supera.

Anche la nostra lingua sancisce una sostanziale parità: dire che qualcuno ha combattuto “come un leone” o “come una tigre” è equivalente, per quanto una sfumatura diversa ci sia. Citare i leoni evoca una fierezza nobile pur nella ferocia; la violenza della tigre è spregiudicata, nervosa e imprevedibile.

Qualcuno si è divertito anche ad attuare interazioni più pacifiche tra i due super-felini. Al mondo esistono infatti un migliaio di ibridi, battezzati con simpatici intrugli linguistici: ligri (leone + tigre femmina) e tigoni (leonessa + tigre maschio). E l’unione si è rivelata all’altezza delle aspettative. Il ligre è infatti il felino più grande al mondo, arrivando ai 3 metri e mezzo di lunghezza e ai 400 kg di peso. Il motivo di questo sviluppo abnorme è forse il fatto che le tigri femmine non trasmettono il gene inibitore della crescita, che è patrimonio dei maschi.

Peraltro le mamme-tigri di figli iper-sviluppati sono una figura ricorrente anche nel lessico psicologico. A differenza delle più tradizionali mamme-chiocce, le tigri sono autoritarie ed esigenti: hanno grandi progetti sui figli e non si fermano davanti a nulla pur di attuarli.

La tigre svolge invece un ruolo positivo nell’espressione inglese “tiger economy” (che indica un’economia ruggente), o nelle operazioni pubblicitarie della Esso e della Kellogg’s, che hanno preso la tigre a propria mascotte. Tra l’altro i due felini si scontrarono anche in tribunale, quando la Esso tentò un’invasione nel campo alimentare; e la pace fu riconquistata con la soluzione tipica delle tigri: una netta divisione di territori.

Certo, la tigre non avrà mai nel nostro immaginario la presa che ha su quello asiatico. In Cina soprattutto le espressioni che la vedono protagonista rampollano con notevole inventiva. “Tre uomini fanno una tigre”, per esempio, allude al potere demiurgico del pettegolezzo: basta che tre persone ripetano la stessa cosa, per quanto improbabile (per esempio “c’è una tigre in strada”), e inevitabilmente si è portati a crederla vera.

Alcune espressioni cinesi sono talmente belle da essere entrate anche nella lingua italiana, per gentile mediazione dell’inglese. Una, resa celebre da Mao Tse Tung che la applicò agli Usa, è “tigre di carta”: una minaccia cioè solo apparente. E un’altra è “cavalcare la tigre”, ossia gettarsi in un’impresa rischiosa dalla quale poi è quasi impossibile ritirarsi. Perché stare a cavalcioni di una tigre è senz’altro una posizione scomoda, ma scendere lo sarebbe ancor più.

Parola pubblicata il 26 Febbraio 2024

Parole bestiali - con Lucia e Andrea Masetti

Un lunedì su due, un viaggio nell'arcipelago dei nomi degli animali, in quello che significano per noi, nel modo in cui abitano la nostra vita e la nostra immaginazione.