Topazio

to-pà-zio

Significato Minerale di silicato di alluminio e fluoro, utilizzato come gemma in gioielleria

Etimologia attraverso il latino topazus, dal greco topàzion, di origine incerta, forse orientale, forse dal nome dell’isola del Mar Rosso Topazos.

  • «È uno splendido anello di topazio.»

Di queste pietre ce ne sono di tanti colori, in natura: la varietà più abbondante è quella incolore, di scarsissimo valore; c’è quella più richiesta dal mercato, ovvero il blu di Londra, estratto in Brasile; c’è il topazio rosa, come quelli della favolosa demi-parure appartenente alla corona svedese; esiste quello di un magnifico color zafferano, anche detto topazio imperiale; la variante più rara e pregiata è quella rossa, che lo fa assomigliare al rubino… insomma, di topazi ce n’è per tutti i gusti e tutte le tasche.

È una gemma conosciuta sin dall’antichità. Nella Bibbia si trova sul pettorale di Aronne, fratello di Mosè, descritto nel dettaglio, per la gioia di tutti i gemmologi, in Esodo 28, 15; nel libro di Giobbe, poi, si fa riferimento al topazio d’Etiopia. Anche Plinio il Vecchio ne parla (di cosa non ha parlato Plinio, nella sua enciclopedica Naturalis Historia?), e ci racconta che erano rinvenuti principalmente nell’isola di Tópazos, nel Mar Rosso, e che che iniziarono ad essere estratti durante il regno del faraone Tolomeo Filadelfo, per la madre Berenice e la sposa (e sorella) Arsinoe. È probabile, dunque, che l’etimologia ci conduca lì, passando per il latino topazus e per il greco topàzion.

Ora, qui tocca chiarire più di un punto, sia a livello geografico, sia a livello geologico e gemmologico. Se cercate sull’atlante l’isola di Tòpazos, non la troverete: oggi si chiama Zabargad e si trova in Egitto, al largo delle coste che si affacciano sul Mar Rosso, poco al di sopra del tropico del Cancro. In inglese è nota come l’isola di Saint John. La sua importanza a livello geologico è data dalla sua unicità: l’isola è creata da un sollevamento del mantello terrestre in quanto si trova in una zona molto attiva a livello geologico, perché al confine tra la placca africana e quella arabica, sulla faglia del Mar Rosso. Le rocce presenti sono principalmente ignee.

Ciò ha reso Zabargad un giacimento ricco un minerale dal bel colore verde acido brillante, chiamato peridoto o olivina, usato largamente in gioielleria per le sue bellissime sfumature. È plausibile che quello che Plinio aveva chiamato topazio (e che, chiosa, nella lingua dei trogloditi del posto significava ‘cercare’) fosse in realtà il peridoto, e che successivamente i nomi delle varie pietre siano cambiati con lo studio della struttura chimica dei minerali e una sistematizzazione più razionale delle loro denominazioni. Parafrasando Shakespeare, potremmo dire «Cosa c'è in un nome? Ciò che chiamiamo topazio anche con un altro nome conserva sempre la sua brillantezza.» Ecco, geologi, gemmologi e specialmente linguisti potrebbero non essere d’accordo col Bardo, dopotutto.

Parola pubblicata il 14 Luglio 2024