Trasecolare

tra-se-co-là-re (io tra-sè-co-lo)

Significato Meravigliarsi molto, essere stupefatti

Etimologia derivato di secolo ‘mondo’, col prefisso tra- ‘fuori, oltre’.

  • «Quando gliel'ho detto è trasecolato.»

Non sono tante le parole che hanno una simile eleganza, che si facciano notare per una simile grazia. Il trasecolare ci fotografa il momento, l’istante preciso di una reazione di sorpresa incredula, trasognata, sgomenta; lo fa presentandoci con poesia profonda un trasalimento eccezionale, ultimo, e ci offre questa presentazione usando una parola che non ci aspettiamo.

Il secolo per noi è comunemente un lasso di tempo di cento anni — ma è molto di più. Il secolo, in una contrapposizione religiosa fra secolo e spirito che è percolata nella lingua intera, è il mondo, la parte terragna del reale. È insieme mondo e tempo, viluppo di mutamenti continui e impermanenza.

Questo pensiero lo troviamo ancora in quei nomi di papa, o pseudonimi d’artista che sono corredati dal nome precedente, di quando invece che all’alto apparteneva al mondo, ‘al secolo...’. Similmente, lasciare il secolo significa lasciare il mondo, la mondanità — e magari ritirarsi, ascendere.

Il prefisso ‘tra-’ è estremamente potente: ci dà il significato di un ‘passare oltre’ col suono diretto di uno strappo. E il trasecolare ci parla esattamente di questo: dell’attimo in cui la meraviglia, lo stupore ci assalgono in maniera così repentina e travolgente che trapassiamo il pelo del mondo, con uno sbalzo che ce ne proietta fuori — anche se poi tendiamo a ricaderci dentro. C’è il repentino smarrimento del trovarsi in un altro mondo.

Trasecolo quando mi viene data una notizia che non è solo troppo bella per essere vera, ma che è rivoluzionaria, squassante; seguendo la serie, quando finalmente si scopre chi ha ucciso il proprietario della banca trasecolo («Come può essere stata quella tenera vecchietta della vicina di casa?»); e trasecoliamo quando riceviamo il messaggio di una persona che stimiamo enormemente e che vuole proprio noi per il suo prossimo lavoro. In un momento in cui abbiamo un animo disposto, possiamo semplicemente trasecolare davanti ai brandelli di cielo rosso di un tramonto nuvoloso, o trasecolare quando riconosciamo un oggetto o un gesto di una persona che da tanto tempo non è più con noi.

Certo questo uso di ‘secolo’ per ‘mondo’ è fine, e ha un deciso sapore rétro. Ma non è questo l’importante. Questo è un termine che per significare questo grado di meraviglia non si rifà ala comparsa di espressioni instupidite del viso (dallo stupire allo sbalordire), non richiama la manifestazione di effetti fisici, l’illividimento negativo dell’allibire e dell’esterrefare, l’immobilismo del restare di sasso o di stucco o d’altro. È una parola con un tempo di esposizione brevissimo, istantaneo, e si allunga in un campo profondamente interiore, in una sensazione che certamente avrà qualche riflesso esterno, ma che è mentale, emozionale, spirituale, in uno scarto subitaneo da montagne russe.

Parola pubblicata il 21 Dicembre 2022