Verbigrazia

ver-bi-grà-zia

Significato Per esempio

Etimologia dalla locuzione latina verbi gratia ‘per (dire, citare) una parola’.

Spesso ci troviamo a voler circostanziare quello che diciamo dando un campionario essenziale, qualche riferimento orientativo, rendendolo esplicito e più trasparente con casi concreti; in soldoni, ci capita un sacco di volte di dire ‘per esempio’. Ma che alternative abbiamo? (Sì, si va a parare sul verbigrazia, ma un momento!)

Il ‘per esempio’ è un’espressione fortissima, la pietra angolare di tanti discorsi, spesso attesa da chi legge e ascolta come appiglio di comprensione, come scorcio narrativo – una vera promessa. E ha anche dei vantaggi che la rendono semplicemente insostituibile: non segna un’equivalenza come l’ossia o l’ovvero o il cioè, non ha l’intenzione dichiarata di mettere in evidenza degli elementi più rilevanti come il segnatamente, o l’in particolare. Ogni alternativa sintetica volta a introdurre, di fatto, degli esempi, si rivela più specifica e stretta rispetto al ‘per esempio’, che invece sa avere tutta la disinvoltura con cui scegliamo i cioccolatini da una ciotola, la libertà dell’ipotesi senza rigidità metodica, la scioltezza dello spicciolo corrente – senza essere, però, meno opportuno, rappresentativo e calzante. Ha solo meno pretese. Per avere questa stessa libertà si devono scovare alternative, ricorrere a perifrasi più lunghe ed enfatiche, a come potrebbe essere, o mi vengono in mente, o simili.

Ebbene, il verbigrazia ha questi stessi vantaggi. Certo, ha un sapore latino molto marcato, è aulico, antiquato (e in pratica ha quest’aura da sempre), ma questo non toglie un bottone alla sua versatilità, sia in quegli ambiti un po’ sussiegosi che volenti o nolenti capita di frequentare, sia per scherzare. Come il ‘per esempio’ non mostra l’intenzione di stendere equivalenze o di evidenziare gli elementi più importanti; in latino ‘per esempio’ si poteva dire exempli gratia (gratia è usato per i complementi di scopo, accompagnato a un genitivo), e verbi gratia ha il medesimo senso; solo, non palesa il fine d’esempio, ma presenta in modo più discreto e meno didascalico il fine di una parola – aggiunta misurata, concessa, da citare di corredo.

Così verbigrazia possiamo discutere di quali regali riciclare – verbigrazia quel porta-stuzzicadenti ancora nella scatola, il candelabro di vetro da nove chili o le cravatte arrotolate nel cassetto come serpi; possiamo discettare delle censure rivolte all’eresia di Marcione che troviamo verbigrazia in Ireneo di Lione e Tertulliano; posso illustrare la tipicità del menu indicando che verbigrazia ci sono diversi piatti con funghi freschi e tartufi locali, oltre alla pizza maialona.

È una parola dal significato e dall’uso semplice e gagliardo. Certo richiede un contesto in cui possa essere opportuna e intesa – ma seria o giocosa, è una parola di sicuro effetto.

Parola pubblicata il 23 Dicembre 2020