Ape

à-pe

Significato Insetto dell’ordine imenotteri, famiglia apidi, genere apis; l’ape europea è la più nota tra le 27 specie comprese nel genere

Etimologia dal latino apis, da cui anche il più raro sinonimo ‘pecchia’.

“Chi può dire se [un amore] è un’ape o una vespa?” Questo saggio aforisma di Carlo Betocchi poggia su un fatto sconcertante: api e vespe sembrano uguali ma non lo sono, e anche il loro significato simbolico è tutto diverso.

Le api, che da sempre ci riforniscono di miele e cera, sono passate alla storia come creature utili e solerti. Al contrario l’unica produzione rilevante delle vespe, dal nostro punto di vista, è il veleno delle loro punture, che praticano con nonchalance dato che – a differenza delle api – non devono pagarle con la morte.

D’altra parte la vespa possiede un vitino invidiabile, motivo per cui ha dato il nome al celebre scooter dalle forme affusolate. L’ape invece ha potuto tenere a battesimo solo un triciclo con cassone, ottimo per il lavoro ma, diciamolo, non molto elegante. E la contrapposizione è voluta, giacché i veicoli furono sviluppati dalla stessa azienda, la Piaggio.

Il riscatto dell’ape arriva però da una fonte inaspettata, l’universalmente disprezzato fuco. Negli anni ’30 la marina britannica sviluppò un bersaglio telecomandato che chiamò queen bee (ape regina); gli americani ripresero il progetto rinominandolo “fuco”… in inglese drone.

Tra l’altro, sul piano zoologico, api e vespe non appartengono neppure alla stessa famiglia, anche se entrambe indossano la divisa giallo-nera come monito per i predatori. E la distanza tra le due si fa palese se guardiamo ai loro fratelli maggiori, rispettivamente il bombo e il calabrone: il primo pacioso mangiatore di nettare, il secondo carnivoro e aggressivo, al punto da essersi guadagnato il nome di “bofonchio”, l’insetto che incute timore anche ai buoi (bos). Da qui il verbo “bofonchiare”, dato che il suo ronzio è notoriamente rumoroso.

In quest’ambito, del resto, il bombo non gli è da meno, tanto che il suo nome viene dalla stessa radice onomatopeica di “bomba” (per questo il bombo è parente acquisito di bombetta, bombolone o bomboletta, parole ispirate non dal rumore ma dalla forma tondeggiante della bomba).

E appunto il tonante ronzare ha guadagnato ai due insettoni un posto d’onore in campo artistico. Tutti ricordano infatti Il volo del calabrone, benché quasi nessuno conosca l’opera da cui proviene (La fiaba dello zar Saltan, un prologo e quattro atti di Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov). Quanto al bombo, in inglese era detto anticamente dumbledore, che è il nome originale di Silente nella saga di Harry Potter. Questo perché nell’immaginazione dell’autrice il personaggio ha l’abitudine di borbottare e canticchiare tra sé mentre cammina.

Ma il ronzio degli insetti aculeati permea il nostro lessico anche in modi meno palesi. La parola “bizza”, per esempio, nasce da qui, giacché descrive un comportamento irato e inconsulto come quello causato da una puntura d’insetto. E sempre dal suono zzzz viene la locuzione “a zonzo”, stavolta con allusione al volo irregolare e all’apparenza svagato degli insetti.

Quest’ultima immagine, per inciso, gode di particolare fortuna nel nostro immaginario fin dall’antica Roma, dove era simbolo dell’attività poetica. Seneca in particolare raccomandava di lasciarsi ispirare da letture eterogenee, raccogliendo il meglio da ogni fonte come l’ape che gironzola tra i fiori. Oggi tuttavia “andare di fiore in fiore” è la tipica descrizione degli amanti infedeli, per quanto l’ape fosse un tradizionale simbolo di castità.

Del resto le api simboleggiavano anche una società rigidamente piramidale (non per nulla furono emblema di Napoleone), mentre oggi incarnano piuttosto le preoccupazioni ecologiche contrapposte all’insensibilità del mondo industriale. Il vento della modernità, insomma, è arrivato fin negli alveari.

Parola pubblicata il 23 Maggio 2022

Parole bestiali - con Lucia e Andrea Masetti

Un lunedì su due, un viaggio nell'arcipelago dei nomi degli animali, in quello che significano per noi, nel modo in cui abitano la nostra vita e la nostra immaginazione.