Cengia

cén-gia

Significato Piano orizzontale che sporge da una parete rocciosa; terreno erboso e pianeggiante fra dirupi

Etimologia dal latino cìngula ‘cintura’.

Il modo in cui le parole parlano di alcuni elementi dal paesaggio, specie della montagna, ha un fascino unico: possono emergere dalle nebbie del passato con riferimenti originari semplicemente irrecuperabili, possono invece avere una poesia accessibile — ma anche in questo caso non è raro che la loro apparizione sia carsica, che venga registrata l’altro ieri dopo un uso sotterraneo plurisecolare, solo quando il suo ambiente acquista un’attenzione più diffusa (nella fattispecie, si direbbe, con la primavera dei Club alpini). L’avevamo visto con la croda, attestata più stabilmente da fine Ottocento, che attinge direttamente alle lingue perdute di chi abitava le Alpi prima delle migrazioni indoeuropee, e lo vediamo con la cengia, voce settentrionale che viene registrata in italiano a partire dai primi del Novecento.

Quella della cengia è un’immagine di tranquillità. Il concetto che le dà il nome è quello della cintura, un piano orizzontale che sporge da una parete rocciosa, che la cinge — e in quanto tale un punto di riposo, o che consente un passaggio trasversale sul fianco del monte. Un altro termine per descrivere questo risalto è ‘cornice’, secondo il paragone che abbiamo esplorato con cornacchia, ma certo ‘cengia’ è più univoco, e ha un sapore più riconoscibilmente tecnico — peraltro molto piacevole, anche grazie a un suono che pure dà un senso di morbidezza e avvolgenza. Ma la cengia non è solo questo.

Con questo nome si indica anche un tratto montano pianeggiante e circondato da dirupi, magari erboso. In questo caso a continuare è proprio un’immagine di tranquillità, una rottura della rottura della montagna, che si apre in una parentesi più accogliente, perfino amena.

Così possiamo parlare di come bagnanti che sprezzano il pericolo stiano a prendere il sole sulle cenge del faraglione, della neve che cade lenta imbiancando le ghiaie della cengia, dei fiori alpestri che prosperano sulle cenge.

È una parola che non conta su un ampio respiro, su significati versatili, su figure proteiformi. Ha un tratto preciso e quasi silenzioso, che rappresenta in maniera icastica e senza enfasi, che rivela cura nella comunicazione.

Parola pubblicata il 08 Agosto 2023