Alpestre
al-pè-stre
Significato Delle Alpi, montano; scosceso, montuoso; rozzo, scontroso
Etimologia da alpe, derivato del latino Alpis ‘Alpi’, di origine incerta.
- «Non pensare di poter fare amicizia facilmente con un tipo così alpestre.»
Parola pubblicata il 19 Luglio 2022
Sì, certe parole stagionano in maniera strana: i loro significati sono spesso fotografie di considerazioni correnti, e col passare del tempo chi era nella fotografia può cambiare parecchio. A vedere, oggi, come è che si sono evolute le Alpi quali spazio di bellezza e turismo è buffo leggere sui dizionari che l’alpestre è lo zotico e lo scontroso. Ma avvicinarci a questa splendida parola significa prima fare i conti con un punto antico e poco evidente della lingua — uno speciale echeggiare fra un significato generale e uno particolare.
Conosciamo e indichiamo le Alpi, celebre catena montuosa, ma frequentiamo meno l’alpe come termine generico per indicare la montagna — che pure è stato molto usato. Però il latino Alpis significa in genere la montagna elevata a partire dalle Alpi! Sono i loro profili ad assurgere a modello generale. Ma il nome Alpis da dove salta fuori?
Ci sono diverse idee a riguardo: se latino, potrebbe essere parente di altus, ‘alto’, o di albus, ‘bianco’ — per motivi di evidenza didascalica. Secondo Servio Mario Onorato, grammatico del tardo impero, si tratterebbe di una voce celtica, ma negli ultimi tempi si sta affermando l’ipotesi che si tratti di una voce prelatina, foggiata dalle popolazioni che abitarono questa parte d’Europa prima delle migrazioni indoeuropee — origine di non poche parole della geografia e della botanica delle nostre contrade. Peraltro il suffisso -estre è specificamente proprio degli aggettivi geografici, dal campestre al silvestre al rupestre, e col suo respiro ampio si distingue dal più circoscritto e didascalico ‘alpino’.
Ad ogni modo, è per quel gioco di echi semantici che l’alpestre mescola ciò che è proprio dell’alta montagna e ciò che è proprio delle Alpi. Possiamo parlare del tipico paesaggio alpestre dell’Alto Adige, dalle crode nude in alto ai pascoli verdi in basso, ma anche dei fiumi alpestri dell’Hindu Kush. L’estensione dal montano al montuoso e allo scosceso, poi, consegue in maniera immediata — e posso parlare del sentiero alpestre che scende rapido il monte, o di come all’amico a cui pesa il boffice paia alpestre ogni minima salita. Addirittura Galileo, osservando la luna, parla di «infinite montagne sterili ed alpestri, ripiene di duri sassi».
È da questa asprezza che l’alpestre acquisisce anche dei connotati morali — ed è qui che l’alpestre si fa difficile e meraviglioso, ma facciamo insieme questa ultima salita.
C’è una continuità fra lo scosceso, l’arduo e lo scostante, fra il duro e il grezzo, fra il selvatico e lo scontroso, e il profilo del paesaggio montano si può fare profilo di paesaggio umano. Possiamo lanciarci nell’impresa alpestre di convincere qualcuno a cambiare idea; abbiamo un lontano ricordo di un paio di bisnonni alpestri che vivevano senza acqua corrente e indovinavano il tempo guardando il volo degli uccelli; non capiamo, ma restiamo preda del fascino di una poesia alpestre o di una musica alpestre. Non c’è dentro solo, né tanto, la tradizionale nomea burbera e zotica del montanaro. C’è un tratto tornito e vasto di difficoltà e ostilità, nell’alpestre, che possiamo avvicinare a un non amico. Un salto di poesia e intelligenza del mondo davvero notevole.