Illusione
il-lu-sió-ne
Significato Percezione errata della realtà; proiezione fondata solo su desideri e aspirazioni, vana speranza
Etimologia voce dotta recuperata dal latino illusio, derivato di illudere, a sua volta da ludere ‘giocare, scherzare’, col prefisso in-.
Parola pubblicata il 06 Luglio 2021
La strana coppia - con Salvatore Congiu
Parole sorelle, che dalla stessa origine fioriscono in lingue diverse, possono prendere le pieghe di significato più impensate. Con Salvatore Congiu, insegnante e poliglotta, un martedì su due vedremo una di queste strane coppie, in cui la parola italiana si confronterà con la sorella inglese, francese, spagnola o tedesca.
“Povero illuso”: basterebbe questa locuzione commiserativa a testimoniare quanto, nel sentire comune, illudersi non sia una condizione invidiabile. L’illusione è una falsa rappresentazione, nell’ambito sensoriale – illusione ottica, tra le altre – come in quello delle idee e dei sentimenti, dove le illusioni sono aspettative infondate, speranze vane. Insomma: comunque un inganno. E a nessuno piace essere ingannato, no? Eppure, in spagnolo ilusión non è per forza una speranza vana e fallace, un’idea ingenuamente ottimistica, ma può essere anche un’aspettativa del tutto fondata e ragionevole, e per soprammercato significare ‘gioia’, ‘piacere’, ‘entusiasmo’. O bella! Forse che a costoro piace farsi ingannare? Oppure c’è qualcosa, nei penetrali di questa parola, che giustifichi cotanto ottimismo?
In teoria, sì: illudere è formato dalla preposizione in + ludere (in latino ‘giocare, scherzare, divertirsi’), quindi il suo significato letterale è ‘far entrare in gioco’, giocare con qualcuno o qualcosa. Ma dal gioco al prendersi gioco, dal ludus al ludibrio, il passo è breve. E infatti il latino illudere aveva anche il senso di ‘farsi beffe’ e ‘offendere’, mentre il sostantivo illusio, addirittura, era privo di qualsiasi innocenza: come termine tecnico della retorica significava ‘ironia, derisione’, e nel linguaggio ecclesiastico prese a significare ‘inganno, illusione’ – già: la derisoria fallacia delle promesse mondane. Nessuna sorpresa che a prevalere nelle lingue moderne sia stato quest’ultimo significato di matrice religiosa, tant’è che l’italiano antico identificava spesso l’illusione, in quanto scherno o raggiro, con le apparizioni fraudolente dell’Ingannatore per eccellenza, il diavolo. Così, dall’innocenza originaria del gioco, si è giunti al senso di rappresentazione ingannevole e speranza vacua.
Lo spagnolo ilusión, beninteso, condivide questi significati con le altre lingue europee: No te hagas ilusiones e Eres un pobre iluso corrispondono esattamente a Non farti illusioni e Sei un povero illuso. A maggior ragione stupisce che, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, si siano imposte accezioni oggi comunissime: speranza legittima (se un atleta dice Tengo la ilusión de ir a los Juegos Olímpicos intende che spera di andare alle Olimpiadi, non che si illude di farlo); gioia, piacere (Me hizo mucha ilusión tu llamada vuol dire La tua chiamata mi ha fatto molto piacere); entusiasmo, positività (trabajar con ilusión è lavorare con entusiasmo). È davvero interessante come possano convivere accezioni così discordanti nella stessa lingua, ma lo è ancor più il modo in cui lo spagnolo ha trasformato le illusioni in gioia per il presente e fiducia nel futuro.
Solitamente non annoverato tra le lingue ‘filosofiche’, in questo caso però lo spagnolo rispecchia davvero un’intuizione fondamentale. «Il più solido piacere di questa vita» ha scritto Leopardi «è il piacer vano delle illusioni […], stante ch’elle sono ingredienti essenziali del sistema della natura umana, (…) senza cui la vita nostra sarebbe la più misera e barbara cosa». Si dirà: Eh, il solito pessimismo leopardiano… Ma qui il pessimismo non c’entra proprio nulla: al contrario, crediamo alle illusioni non perché siamo dei gonzi, ma perché è l’unico modo per credere nella vita, posto che non ce ne sia un’altra migliore da qualche parte. Per dirla con Nietzsche, gli esseri umani hanno «una invincibile inclinazione a lasciarsi ingannare», e «cercano di evitare non tanto il fatto di essere ingannati, quanto l’essere danneggiati dall’inganno». E allora, con la ilusión, siempre: che sia una speranza fondata o inconsistente, ciascuno lo deciderà per sé.