Mantide
màn-ti-de
Significato Nome comune delle circa 2500 specie di insetti appartenenti all’ordine dei mantodei, di cui la più celebre è la mantide europea, o religiosa
Etimologia dal latino scientifico mantis, a sua volta dal greco mantis, ‘indovino’.
Parola pubblicata il 15 Gennaio 2024
Parole bestiali - con Lucia e Andrea Masetti
Un lunedì su due, un viaggio nell'arcipelago dei nomi degli animali, in quello che significano per noi, nel modo in cui abitano la nostra vita e la nostra immaginazione.
Anche se ormai siamo abbastanza abituati alla sua presenza, la mantide è in realtà di origini esotiche, per la precisione africane.
Infatti tante e curiose sono le leggende africane che la riguardano. Nella tradizione dei Bantu, per esempio, quando una mantide entra in una capanna è considerata l’incarnazione di un dio-antenato che fa visita ai suoi discendenti. Per i Boscimani poi è addirittura uno dei protagonisti della creazione del mondo.
A quanto pare infatti fu quest’insettino a creare la luna, lanciando una scarpa in cielo o, secondo un’altra versione, trasformando magicamente una piuma di struzzo. A lei si deve anche la creazione degli animali, giacché in tempi antichi aveva il potere di rendere reale ciò che sognava. E ancor oggi possiede, si dice, un dente magico, nel quale risiede tutta la sua potenza e che lei presta a chi vuole.
Arrivando in terra europea il nostro insetto ha perso un po’ del suo smalto mitico, ma non troppo. Non per nulla il suo nome viene da mantis, ossia indovino (da cui anche “chiromante”). Già i Romani le attribuivano la capacità di lanciare il malocchio: “Mantis te vidit!”, la mantide ti ha guardato, si diceva a una persona sfortunata.
Soprattutto nell’Italia centro-meridionale la mantide è collegata alla morte, tanto che alcuni dei suoi soprannomi sono murticilla (in Campania) e morticedda (in Calabria). In Sicilia girava la leggenda che, quando una mantide si appoggiava sulle spalle di qualcuno, questi sarebbe morto presto.
In Sardegna c’era invece la credenza che la mantide potesse causare la febbre, da cui il nome “mamma del freddo” (mamma de frittu). D’altra parte in Corsica la voce popolare asseriva esattamente l’opposto, ossia che la mantide potesse guarire dai malanni.
Pare, inoltre, che sia fenomenale nel dare indicazioni stradali. Tra i suoi soprannomi siciliani c’è inzigna palermu, perché si diceva sapesse “insegnare” la strada per Palermo. Da parte loro i Turchi preferivano pensare che indicasse la via per La Mecca.
Del resto, per via delle zampe che ricordano delle manine giunte, la mantide gode fama di insetto molto pio. Perciò noi la chiamiamo “religiosa”, i rumeni “monaca” (călugăriță), i portoghesi “loda-Dio” (louva-a-Deus), i russi “colei che prega Dio” (bogomop)…
C’è anche chi ne apprezza la laboriosità, e la buffa posizione delle zampine ha ricordato le mani d’una donna che tesse o che fila. Da qui il soprannome Filomena, che ha attecchito stranamente ai due opposti d’Italia: in Trentino e in Sicilia.
Né i voli di fantasia finiscono qui. Nel geniale cartone Kung Fu Panda la mantide è uno degli allievi di mastro Shifu, e non casualmente: uno dei più rinomati stili di kung fu è il tánglángquán, letteralmente “pugilato della mantide”, perché imita appunto le movenze dell’animaletto.
Purtroppo però la reputazione della mantide è alquanto offuscata dalla sua abitudine di divorare il maschio nel momento stesso dell’amplesso (cominciando dalla testa, in modo da non interrompere i movimenti dell’altra estremità). Infatti, nella cronaca nera, può essere soprannominata “mantide” una donna accusata di aver ucciso il proprio compagno con cinica determinazione.
Perciò Lacan, in uno dei suoi seminari più celebri, si richiama proprio alla mantide per simboleggiare il sotterraneo senso di disagio che tutti nutriamo verso l’Altro, perché sappiamo di essere oggetto di aspettative e desideri che non possiamo controllare né pienamente capire. Un po’ come la mantide maschio, quando si trova davanti alla sua bella.