Aggrottare
Parole illustrate
ag-grot-tà-re (io ag-gròt-to)
Significato Corrugare, detto delle sopracciglia
Etimologia derivato di grotta, che attraverso il latino crypta è dal greco krýpte, derivato di krýpto ‘coprire, nascondere’.
Parola pubblicata il 02 Giugno 2018
Parole illustrate - con Celina Elmi
Alcune delle più fascinose fra le nostre parole, con incastonate illustrazioni ammalianti di gusto liberty, gotico, preraffaellita. Dall'arte di Celina Elmi, artista professionista delle nostre terre.
Buffo: un elemento tutto geologico viene tutto riferito a un’espressione del volto. La massa muscolosa e pelosa delle sopracciglia crolla verso il centro del viso con distensioni e corrugamenti, accentua il cavo orbitale, lo fa grotta.
La grotta ce l’abbiamo presente, anche se non ne frequentiamo tante. È un elemento suggestivo, archetipico: etimologicamente la grotta è ciò che è coperto, nascosto, e perciò sotterraneo (come la sorella ‘cripta’). Sa di mistero perché la luce ne resta fuori, sa di pericolo per ciò che annida, sa di rifugio per chi cerca ricovero dalle intemperie, accoglienza per un fuoco. Ma questa matassa simbolica si traduce nell’analogia facciale dell’aggrottare?
L’aggrottare la fronte e le sopracciglia è un’espressione di concentrazione, di spiacere, di preoccupazione, di ira, di severità: insomma, ci si dipinge in volto in tanti casi, e ci richiama in presenza tirando un velario di roccia a riparare il nostro sguardo. Forse ci facciamo fiera dagli occhi lucenti in fondo alla grotta. Forse nel momento di analisi si stringe il contorno dell’occhio a concentrare la vista, escludendo raggi e pensieri che ci arrivano più obliqui. Forse si protegge lo sguardo, che non sia insidiato nel momento in cui deve comprendere, penetrare. E per quanto l’espressione facciale che descrive sia condivisa dall’aggrondare, la sfumatura che comunicano è differente: nell’aggrondato il sopracciglio aggetta come una gronda, elemento sporgente ma non grave, non massiccio, e che non nasconde, al contrario della roccia che soverchia la grotta. Per non parlare dell’accigliato, che col suo riferimento piano al ciglio non ha la poesia del figurato.
È aggrottato l’energumeno che si sta risolvendo a menare le mani; è aggrottata la fronte del vecchio professore che legge con attenzione un passaggio interessante; e perfino la bambina di due mesi aggrotta le sue minuscole sopraccigliette quando cerca d’intendere qualcosa che - strano - non riesce a cogliere al volo. Una parola potente, forte filo di seta che collega per sottilissima analogia due elementi della realtà, la grotta e il ciglio, che parrebbero incolmabilmente eterogenei.
Illustrazione di Celina Elmi.