Padrone

La strana coppia

pa-dró-ne

Significato Chi ha il diritto di proprietà o esercita la signoria su un bene, un luogo, un’organizzazione, una facoltà o una disciplina

Etimologia voce dotta recuperata dal latino patronus, derivato di pater ‘padre’.

Quella delle parole, lo sappiamo, è una famiglia non solo assai allargata, ma anche composta da spiriti liberi e indipendenti: vanno regolarmente all’estero, e lì si allontanano volentieri dal modello paterno, a volte confondendo le acque genealogiche tanto da diventare irriconoscibili. Qui, però, davvero si esagera. La storia di questa parola metterà insieme santi protettori, peperoni, registri anagrafici e cartamodelli per sarti. Possibile? Con le parole, tutto è possibile.

Anni fa, in Spagna, mi incuriosì sentir chiamare una specialità locale “pimientos de Padrón”. All’epoca parlavo poco spagnolo, e pensai che si trattasse di peperoni “del padrone”, nel senso di “nostrali”, a chilometri zero, come usa dire oggi. Poi, però, indagando scoprii che Padrón, non a caso scritto con la maiuscola, era la cittadina spagnola di cui quella varietà di peperoni era originaria, e che comunque padrón in spagnolo non significa “padrone” bensì “anagrafe”. Sì, anagrafe. Avrete già capito che la somiglianza col nostro “padrone” non è casuale: altrimenti, che gusto ci sarebbe?

Tutto parte da una parola straordinariamente tagliata per gli inizi: padre. Il pater latino ha avuto tanti figli, generalmente gravi e ponderosi, come patria e patrimonio, ma il più interessante e proteiforme è senz’altro patrono. Nell’antica Roma, era un patronus chi esercitava il patrocinium (patrocinio, protezione) sui suoi clientes, fossero essi liberti (schiavi da lui liberati) o meno, difendendoli anche in tribunale. In italiano, poi, il patronus divenne patrono ma anche padrone: da protettore di livello socioeconomico superiore a padrone, il passo è breve – anche perché proprietario e padrone non sono perfettamente sinonimi, riducendosi il primo alla mera legittima proprietà, mentre il secondo conserva i tratti del patronus in quanto implica gestione, cura, responsabilità (infatti si può essere padroni di casa, di un’azienda, di un animale domestico, di sé stessi, anche di un’auto, ma di un borsello o di un cacciavite si è piuttosto proprietari). Nello stesso solco si colloca anche il francesismo patron: padrone nel senso di imprenditore, gestore, organizzatore di eventi (specie sportivi e musicali), mentre il nostro patrono è decisamente poco usato per designare chi organizza attività di patronato, cioè di assistenza e beneficenza.

Che nel Medioevo, poi, patronus sia passato ad indicare il santo protettore (santo patrono) non stupirà nessuno: il popolo abbisogna di protezione anche in cielo, non solo in terra. Ed è da qui che nascono gli esiti bizzarri che abbiamo anticipato: un santo, oltre che protettore, è un modello di comportamento, un esempio per gli altri. Assolutizzando questo significato, in latino medievale patronus prese a significare “modello, esempio”, spingendosi fino alle applicazioni più pratiche: matrice, prototipo, originale di un testo e infine registro, elenco. Ecco quindi da dove sono sbucati, i nipoti più stravaganti dell’austero pater familias: il francese patron, che significa anche “cartamodello”, cioè sagoma su carta che serve a tagliare la stoffa per un vestito, e lo spagnolo padrón, che indica l’anagrafe, il registro della popolazione di un comune (nonché l’inglese pattern).

Pensate che per oggi abbiamo già fatto il pieno di stranezze? Ma no: prima di chiudere, c’è spazio per un’altra capriola dei nipotini terribili. Anche in inglese esiste il termine patron, e trovandovi all’estero in un esercizio commerciale, potreste imbattervi nella scritta “for patrons only” riferita al bagno o al parcheggio. Usateli pure senza timore: i patrons sono i clienti, non i proprietari!

Parola pubblicata il 10 Settembre 2019

La strana coppia - con Salvatore Congiu

Parole sorelle, che dalla stessa origine fioriscono in lingue diverse, possono prendere le pieghe di significato più impensate. Con Salvatore Congiu, insegnante e poliglotta, un martedì su due vedremo una di queste strane coppie, in cui la parola italiana si confronterà con la sorella inglese, francese, spagnola o tedesca.