Apricare

a-pri-cà-re (io à-pri-co)

Significato Stare al sole, crogiolarsi, intiepidirsi al sole

Etimologia probabilmente voce dotta recuperata dal latino apricari ‘scaldarsi al sole’.

Certi dizionari sono soliti corredare le parole ormai desuete con una croce cimiteriale. Un uso pittoresco che però dà un’impressione errata, cioè che le parole possano morire come gli umani. Non è solo un uso ingenuo come chi pretenda di seppellire Dracula; soprattutto traccia un solco abusivo fra il mondo delle parole vive e il mondo delle parole morte, mentre esiste un patrimonio unico che vive la strana inumana vita delle parole, composto da miriadi di lemmi e varianti di registri diversi a cui chiunque, alla bisogna, può attingere.

Il verbo ‘apricare’ è spesso corredato, sui dizionari che lo accolgono, da simili croci. Ma la sua rarità non ci fa dubitare della sua vitalità: ci fa dubitare della sua esistenza stessa. Infatti, se il corrispondente aggettivo aprico, oggi un po’ trascurato e délabré, ha attraversato la storia della nostra lingua fin dal Trecento con una densità d’uso impressionante, questo ‘apricare’ assolutamente no. Anche se ha un significato per noi amabile e vicino.

Sarebbe un prestito dal latino apricari, che significa ‘scaldarsi al sole, crogiolarsi al sole’. Un derivato di apricus, letteralmente ‘soleggiato’, e contrario di opacus, da cui il nostro opaco; pare sia un parente di aprile, e che sia nel concetto di apertura che il suo significato si sviluppa.

I dizionari che registrano il verbo ‘apricare’ ne annotano la prima attestazione in un componimento di Lorenzo il Magnifico, nella sua canzone fatta per Lauretta:

Canzone, in quella valle Andrai dov’è il mio cor che sempre aprica Sopra il fresco ruscello […]

Il problema è che potrebbe trattarsi di una citazione inesatta, ed essere piuttosto quella valle […] ch’è sempre aprica. Quindi sarebbe qui un aggettivo, non un verbo — ed essendo in pratica l’unico caso storico in cui questo verbo compare, i dubbi sulla sua stessa esistenza in italiano si fanno corposi.

Quindi il verbo ‘apricare’ è un paradosso singolare: registrato sui dizionari, segnalato come termine letterario e talvolta crociato come morto, probabilmente è un fantasma che non è mai stato realmente preso in prestito dal latino. Non una specie estinta o inafferrabile, ma una specie registrata per sbaglio.

Ciò nondimeno è in ballo e può ballare — visto che quando si parla di una parola essa esiste, e in questo caso il suo significato è per tutti a portata di dito. Quando con un tono più alto e ricercato, forte di un profilo marcato da latinismo, vogliamo raccontare l’azione pacifica dello stare in un luogo aperto a solatìo, a intiepidirsi, a crogiolarsi, l’apricare è una bella soluzione.

Così nel pomeriggio d’aprile ci prendiamo del tempo per apricare sul prato rinverdito, aprichiamo insieme facendo una lenta passeggiata, aprico con gioia cogliendo le fragole.

Parola pubblicata il 12 Agosto 2020