Balocco
ba-lòc-co
Significato Giocattolo, passatempo; persona succube
Etimologia etimo incerto.
- «È il balocco che ha ricevuto in premio.»
Parola pubblicata il 13 Aprile 2023
ba-lòc-co
Significato Giocattolo, passatempo; persona succube
Etimologia etimo incerto.
Parola pubblicata il 13 Aprile 2023
Iniziamo con un bel paradosso: il fatto che una parola sia disusata è un elemento-chiave del modo in cui si usa. In particolare, questa specie di lieve desuetudine non è né un ostacolo né un incentivo, quanto un tono, che possiamo scegliere di conferire al nostro discorso.
Il significato di ‘balocco’ è semplice — e dovrebbero essere conseguentemente semplici anche il baloccare e il baloccarsi: stiamo parlando di un giocattolo. E quindi possiamo considerare i balocchi incartati sotto l’albero di Natale, il balocco di cui la bambina sembra non stancarsi mai, dei balocchi che si rompono subito.
L’accessibilità del termine è garantita, come a volte capita, da un referente letterario (e non solo) che sembra proprio avere una vocazione all’universalità: Pinocchio. Il Paese dei balocchi, luogo di soli spassi e divertimenti in cui Pinocchio si perde moralmente tramutandosi infine in asino, custodisce nel nostro orecchio la dimensione di gioco infantile del balocco — con una vena dolce, attraente e svagata, che invece non troviamo al pari nel giocattolo, di trama più piatta, e nello stesso termine ‘gioco’, più generico ed estremamente complesso.
Possiamo aggiungere che con tono letterario il balocco diventa anche la persona credulona, spesso succube. Cogliendo in analogia il controllo che il capriccio ha sull’oggetto-balocco, gli riconosce il profilo umano di chi è in balìa della volontà altrui.
Certo che però è un termine strano, questo ‘balocco’. Non assomiglia a niente di famigliare. E in effetti la sua origine è un vero rovello per chi si occupa di etimologie: spesso i dizionari si arrendono con un ‘etimo incerto’. Chi avanza ipotesi, o si sbilancia su una derivazione dal ‘badalucco’, ossia il trastullo — buffo derivato di ‘badare’ — oppure su uno ‘sbalocà’ settentrionale, un ‘oscillare’ che si precisa nel fare l’altalena. Resteremo col dubbio.
Ciò che è certo è il carattere del balocco, su cui possiamo fare affidamento e che informa anche baloccare e baloccarsi: se parlando del nuovo trapano a colonna che ho comprato dico che mi sono preso il balocco nuovo, marco un autentico senso di divertimento che ho nell’usarlo, di libertà, e anche di vanità, inutilità, leggerezza; se parlo di come mi balocco con una fantasia, marco la sua futile coltivazione — mentre il giocare con la fantasia ha anche un profondo senso di potere; addirittura, in assoluto, se dico che sto a baloccarmi, intendo direttamente il mio essere in mero spavaldo ozio, il mio gingillarmi senza costrutto.
In un’epoca in cui impariamo a conoscere il potenziale formativo della dimensione ludica, il tono desueto di questa parola genera una distanza col gioco che considera. Veicola, se vogliamo, l’idea che avrebbe avuto un’ava rispetto al tal gioco, bonariamente circoscritta a un trastullo senza importanza.