Beffardo
bef-fàr-do
Significato Chi si diletta nel far beffe; che mostra scherno o ironia con parole o comportamenti
Etimologia derivato di beffa, di origine onomatopeica.
Parola pubblicata il 03 Ottobre 2017
bef-fàr-do
Significato Chi si diletta nel far beffe; che mostra scherno o ironia con parole o comportamenti
Etimologia derivato di beffa, di origine onomatopeica.
Parola pubblicata il 03 Ottobre 2017
Il diavolo non è brutto quanto si dipinge. Leggendo le definizioni di questa parola che ricorrono sui dizionari ci si fa l’idea che il beffardo sia un personaggio fortemente negativo. Derisione, sarcasmo, cinismo, crudeltà sono inclinazioni comunemente evocate per descriverlo. Ma tagli del genere prendono solo il peggio del beffardo.
La beffa, per quanto scaturisca onomatopeicamente dal verso che si fa con una smorfia, è generalmente descritta come la burla messa con atti e parole per schernire e offendere. Ma se ben indirizzata con ironia schietta e non verso i deboli e gli impotenti, ci si presenta come uno strumento di sfida intelligente ed efficace: insomma, non si può esiliare la beffa dal buono e giusto senza esiliarne, per esempio, anche la satira.
Certamente il beffardo - che perdipiù è connotato da un suffisso spregiativo, -ardo, che ne segna l’eccesso - è spesso sarcastico e irrisorio. Trae un sincero piacere dagli effetti della beffa. L’amico dotto risponde in maniera beffarda agli ignoranti, il giornalista scrive un articolo beffardo sul festival, e davanti al nostro consiglio un ghigno beffardo non ci fa sperare che venga accolto. A questo possiamo aggiungere gli usi che associano il beffardo al destino, alla sorte, riconoscendo in essi una maligna ironia.
Ma c’è anche spirito, nel beffardo, che non si inchina e non si piega: la vince chi affronta gli ostacoli con piglio beffardo, con tono beffardo rifiutiamo il compromesso losco, e una replica beffarda smonta l’intenzione di chi ci voleva umiliare.
Sarà perché mi hanno sempre detto che ho un sorriso beffardo e quindi ho maturato un certo affetto verso questo carattere; sarà perché sono fiorentino, e la beffa a Firenze è una tradizione (certe volte per interagire serenamente coi fiorentini servirebbe il mediatore culturale). Ma non credo che nella beffa si possa trovare solo un coagulo di cinismo. È uno strumento, e se usato bene è uno strumento di libertà. E il beffardo, nel bene o nel male, è chi lo usa con intimo piacere.