Epanortosi

e-pa-nor-tò-si

Significato Figura retorica con cui si precisa qualcosa di detto in precedenza

Etimologia voce dotta recuperata dal latino tardo epanorthòsis, prestito dal greco epanórthosis ‘correzione’.

Vedendo da lontano questa parola, le possibilità paiono solo due: o è un problema medico o è una figura retorica. Per fortuna è una figura retorica. E anche stavolta, come sempre, l’inaccessibilità del nome cela un atto linguistico comune, anzi fra i più diffusi, segno di uno sforzo retorico semplice e forte.

Magari vedendo il termine greco epanórthosis non chiunque decifra subito «Toh, si parla di ‘correzione’», ma può venirci incontro nella comprensione annotare che in latino questa figura è stata chiamata correctio. In che senso l’epanortòsi corregge?

È un’imprudenza, o piuttosto una solenne idiozia quella del collega che non mette le catene contando sulle sue capacità di guida («Ho un certo savoir conduire, sulle strade innevate»); simpatia, dici?, non è simpatia, ma amore folle il sentimento che mi muove; accogliamo con gratitudine il tuo sostegno inatteso, o per meglio dire il tuo dono; e questo tuo amico, o dovrei dire questo tuo amante, come si chiama?

L’epanortòsi riprende una parola, che aveva prima definito una certa realtà in un certo modo, e la corregge, per precisare quella realtà in maniera più adeguata o magari anche per ritrattarla («Un genio, ho detto? Un genio nell’essere scemo!»). È una figura corrente, la correzione spesso ha toni enfatici che possono parere grossolani; ma ci racconta una grande raffinatezza espressiva e di pensiero. Infatti crea un contrasto. Non si fa comparire subito nella frase il termine più giusto, la dicitura più appropriata: prima avanziamo un’approssimazione, campiamo un fondo di significato, su cui la nuova definizione si staglia. La differenza rispetto al primo termine è esaltata, sia quando lo precisa sia quando lo contrasta. Con l’epanortosi non gettiamo nella frase un significato assoluto, ma ne marchiamo le sfumature relativamente a un altro significato: il tessuto espressivo così si arricchisce in maniera immediata.

Il che, beninteso, non è solo un atto calcolato da artista della retorica: rappresenta anche un certo modo che abbiamo noi di pensare mentre parliamo — e l’epanortosi dà quindi anche un’evidenza della dimensione e dell’acume dei pensieri fra cui chi parla si muove. Peschiamo un termine pronto dall’arca della mente, che tutto sommato può andare, e mentre lo ascoltiamo uscire dalla nostra bocca ci sembra che non sia esattamente quello che volevamo dire, che non susciti esattamente l’effetto desiderato; e allora, con l’orientamento che ci viene dato proprio dalla percezione di un’inesattezza… ci correggiamo. Naturale: fare centro al primo tentativo non è facile. Il secondo tentativo ha esperienza di come il primo ha sbagliato, e quindi può essere più preciso.

Un’altra parola che non è fondamentale avere sulla punta della lingua, ma che racconta come fatto distinto una piccola tattica in cui ci imbattiamo o che compiamo personalmente davvero spesso.

Parola pubblicata il 18 Dicembre 2021