Gita

gì-ta

Significato Escursione fatta per svago

Etimologia dal participio passato dell’antico verbo gire ‘andare’.

Questa parola è interessantissima, e non solo in queste settimane per il brivido del proibito che evoca. Infatti, nonostante il suo profilo familiare, anzi naïf, la gita è un fossile vivente, ultimo superstite di uno dei verbi più rilevanti dell’italiano antico: gire.

È buffo e impressionante scontrarsi con la desuetudine di un verbo del genere, perché affolla la nostra letteratura; ed è naturale, visto che vuol dire ‘andare’ — un significato fondamentale, dei più comuni. Il ‘gire’ che leggiamo sui dizionari ha quel fascino straniante che hanno le città fantasma: sappiamo, vediamo quanto fosse vitale, e adesso non lo usa più nessuno.

Ebbene, ‘gire’ è un esito del noto verbo latino ‘ire’, anche se l’esatta evoluzione che di bocca in bocca lo ha trasformato è dibattuta. E la gita (un participio passato, no?) non era quindi niente più che l’andata, intesa in tutti i modi immaginabili: contrapposta al ritorno, o in quanto viaggio breve, o una venuta, una visita, giusto una capatina, ma fino alle partenze importanti, addirittura alle missioni diplomatiche.

E ancora, erano gite le mosse e i tiri nei giochi, i giri di consegne a domicilio dei fattorini (ah no, allora qualcuno in gita c’è anche in questi tempi) e sì, anche quelle passeggiate o puntatine che si fanno per divertimento, volentieri come turisti, con una meta precisa. Gite fuori porta di quando le ‘porte’ della città erano un riferimento concreto, gite di piacere: in quella specificazione, ‘di piacere’, leggiamo l’eredità di una gita che poteva non esserlo affatto.

Dell’immensa varietà della gita, ci resta la gita scolastica — col pulmino. La gita in barca con pranzo a bordo. La gita in campagna, per il picnic panini da casa nel cesto di vimini. La gita, da dominatrice di significati che era, rappresentando ogni slancio dell’andare, si è assestata in una nicchia fra passeggiata lunga e breve viaggio, con tratti oleografici, bucolici, domenicali, buoni per bambini col marsupio e per comitive agée di misurata e sicura eutrapelia.

Il gire sopravvive con forza in molti dialetti, ma in italiano è morto. Quindi, se ci incantiamo a guardare i tramonti, incantiamoci a guardare la gita, nei suoi modesti piaceri, perché è l’ultima luce del tramonto di una grande parola.

Parola pubblicata il 19 Marzo 2020