Gratis
grà-tis
Significato Senza dover pagare; gratuito
Etimologia voce dotta recuperata dal latino, contrazione del latino gratiis, ablativo plurale di gratia ‘favore’, e perciò propriamente ‘per i favori’.
Parola pubblicata il 11 Marzo 2022
grà-tis
Significato Senza dover pagare; gratuito
Etimologia voce dotta recuperata dal latino, contrazione del latino gratiis, ablativo plurale di gratia ‘favore’, e perciò propriamente ‘per i favori’.
Parola pubblicata il 11 Marzo 2022
Questa parolina è stupefacente. Pensiamo alla forza immediata che dispiega nella forma, nemmeno troppo trasparente, di un latinismo. Pensiamo all’impressione che fa, e alla sua discrezione. Pensiamo alla sua diffusione ad ogni livello e in ogni ambito di comunicazione.
‘Gratis’ è in effetti la contrazione del latino gratiis. Gratia aveva il significato di ‘favore, benevolenza’, e gratiis propriamente era un ‘per i favori’, ‘per le benevolenze’ — che perciò diventa un più corrente ‘per favore’, o se vogliamo un vezzoso ‘graziosamente’. Ma quella matrice plurale è deliziosa.
Passa in italiano dal latino per via dotta, e già fra Duecento e Trecento è usato ampiamente. Un dato curioso è che dapprima e per lungo tempo il legame con la Grazia, quella per antonomasia, cioè quella divina, si percepisce come piuttosto stretto — ma c’è una certa continuità, col gratis più materiale, che lo ammanta di magnanimità. Pensiamo a un Savonarola che tuona «Quello che li sacerdoti ci dovevano dare gratis, ce l’hanno venduto, e insino alli sacramenti, e ogni cosa è fatta venale».
Questa certa altezza concettuale con cui si è intrecciato il gratis, insieme al suo tratto latino che fa fare sempre bella figura, e insieme con una conveniente reticenza, che non evoca in alcun modo volgari denari e pagari (anzi non fa capire, nella stragrande maggioranza dei casi, nemmeno il riferimento alla ‘grazia’), ne ha formato il carattere e probabilmente segnato la fortuna. Pensiamo al diverso effetto che sortiamo se diciamo “il secondo non lo paghi” o “il secondo è gratis”. Com’è più alato, smagliante! Dice tutto senza immagini. Solo l’omaggio può confrontarsi col gratis, in quanto a cortesia — ma l’omaggio è sempre a rischio leziosità, il gratis no.
Secondo il canone più rigoroso, gratis dovrebbe essere solo un avverbio — come gratuitamente. Te lo do gratis, lavoro gratis, siamo entrati gratis. Però, in registri forse più colloquiali ma in maniera del tutto corrente, si fa anche aggettivo — come gratuito. E quindi parlo dei biglietti gratis che ho ottenuto, dei pasti gratis che ho scroccato, dei film gratis che mi vedo usando il profilo dell’amico.
Resta una nota grammaticale da fare: si dichiara errata la locuzione ‘a gratis’. Non si dice “Te lo do a gratis” ma “Te lo do gratis”.
Questo errore è una ricostruzione speculare del contrario ‘a pago’: senz’altro è da evitare nei contesti rigidi, formali e vicino alle orecchie più parruccone, ma non si può negare la peculiare efficacia antifrastica di presentare il ‘gratis’ come quantità, come prezzo, anche se vuoto.