Gruzzo

grùz-zo

Significato Mucchio; gruzzolo

Etimologia etimo dibattuto, forse dal latino curtus ‘mozzo’, forse dal longobardo gruzzi ‘mucchio di scarti’.

Parola inimmaginata, strana, introvabile nell’uso corrente e anzi desueta da seicento anni… che però conserva le chiavi per comprendere una sua alterazione ancora oggi prospera, il diminutivo gruzzolo — che in effetti, notandolo, non mostra parentele o affinità evidenti con nessun’altra parola.

Ebbene, siamo davanti a un mucchio. Ma beninteso, non un mucchio di roba di valore — anzi. Il ben noto gruzzolo è un mucchietto di denaro o di ricchezze messo insieme come si mettono insieme le minuterie, in maniera lenta e faticosa o fortuita (non certo l’elefantiaco patrimonio accatastato da grandi imprese o genealogie di antiche nobiltà); il non diminuito gruzzo non si mostra più opulento: ha sempre il tratto di un mucchio raccattato, e anzi una versatilità meno pulita di quella di un dignitoso borsellino. Ma da dove viene?

Emerge agli albori della nostra lingua senza documenti di riconoscimento — e chi ne studia l’etimologia non dà ricostruzioni pacifiche.

Anche se in tempi recenti una nuova credibile ipotesi lo vuole derivato del latino curtus, attraverso una forma parlata curtiare (e poi crutiare) che descrivendo la qualità del mozzo valorizza la costituzione del gruzzo (e del gruzzolo) a pezzetti minuti, la ricostruzione più diffusa e riportata nei dizionari etimologici ci dice che gruzzo è uno di quei termini entrati sulla scena della Penisola cavalcando con Alboino re dei Longobardi.

Come è noto, i Longobardi non scrivevano nella loro lingua (la lingua per scrivere, nell’alto medioevo, era solo il latino anche per loro); perciò, dei termini di origine longobarda che abbiamo in eredità, si può soltanto ricostruire ipoteticamente la forma originale — in questo caso gli studiosi indicano la forma gruzzi, termine la cui sonorità aspra e vibrante, comune a tante parole di questa famiglia di provenienza, sarebbe passata nel gruzzo. In particolare questo simpatico gruzzi doveva indicare un trito, e specialmente di cruschello. Sarebbe da questo tipo concreto di mucchio dappoco, addirittura di scarti, che si è generalizzato arrivando al gruzzo.

È proprio un caso curioso: ‘gruzzo’ ha avuto una parabola brevissima, nell’italiano scritto. Si è attagliato a descrivere una modesta ricchezza, ma il gruzzolo a ruota ha preso lo stesso significato però con un portamento più efficace e apprezzato, con tono più dolce e minuto, di compiacimento più misurato, e adatto all’umile e allo scherzoso, al gruzzolo che ritrovo nella giacca dell’inverno precedente a quello inatteso dell’eredità, a quello messo via moneta a moneta — mentre lui, il gruzzo, longobardo o latino, s’è spento in un giro di valzer.

Parola pubblicata il 18 Maggio 2021