Impallinato
im-pal-li-nà-to
Significato 1) Colpito da cartucce da caccia; messo in minoranza, bocciato e simili. 2) Fissato, appassionato
Etimologia 1) da impallinare ‘colpire con pallini’, composto parasintetico di pallino, diminutivo di ‘palla’. 2) da pallino probabilmente nel senso di ‘bernoccolo, bozza’.
- «È un po' un libro per impallinati ma credo ti possa piacere.»
Parola pubblicata il 01 Luglio 2024
Fino a qualche decennio fa non ci poteva essere dubbio: una persona impallinata era una persona a cui era stato sparato con munizioni da caccia, cartucce caricate a pallini di piombo. O meglio, questa figura poteva anche estendersi in metafora — un candidato impallinato è stato bocciato, un amministratore impallinato è stato messo in minoranza dal consiglio e via dicendo: la figura è sempre quella di chi subisce un’imboscata, un colpo a sorpresa, e resta lì con il candido sgomento del cardellino che riceve lo sparo. Oggi invece il profilo dell’impallinato è quello di un appassionato, di un fissato. Che sia un effetto secondario dell’avvelenamento da piombo? Che lucri una metafora intorno allo sparare? Improbabile, ma controlliamo.
La qualità di questo impallinato non nasce dal verbo impallinare, non è il suo participio passato (e quindi l’impallinato-colpito e l’impallintato-fissato sono due termini diversi). È un derivato diretto di pallino. Che pallino?
Nel grande reame delle pseudoscienze, delle dottrine scientifiche che si rivelano fanfaluche, poche hanno avuto la levatura e il credito entusiasta della frenologia. Alla lettera lo ‘studio della mente’ (phrén in greco) asseriva di poter determinare i caratteri della psiche di un individuo dalla foggia del suo cranio. La variabilità delle forme, di depressioni e bernoccoli avrebbe corrisposto a precisi caratteri psichici.
Qui abbiamo già tirato in ballo un primo elemento che ci aiuta a sondare questo pallino: il bernoccolo. Se diciamo che qualcuno ha il bernoccolo degli affari, il bernoccolo della matematica, o il bernoccolo di un’arte, intendiamo che ha una disposizione naturale, un’innata abilità in un certo ambito — e lo facciamo con un paradigma frenologico popolare: ci dev’essere qualche bozza sulla testa che predichi questa predisposizione.
Il pallino, con tutta probabilità (perché le discussioni non sono finite, ma pare una prospettiva più che ragionevole, oltre che l’unica in campo), è un alias del bernoccolo frenologico — rispetto al quale da un lato più spiccio, perché ‘pallino’ è una parola estremamente semplice, divisa in una miriade di sensi specifici, e dall’altro è più univoco, perché mentre il bernoccolo mi viene anche quando sbatacchio il capo contro scaffali e soffitti bassi, il pallino no.
In maniera analoga, posso dire che l’amica fortemente poliglotta ha il pallino delle lingue — è sempre un’intensa inclinazione personale. Ma il pallino permette anche di individuare delle passioni, delle fissazioni, o proprio delle manie che abbiamo maturato col tempo. Posso raccontare di come mi sia venuto il pallino del giardinaggio, di come abbia il pallino del pane fatto in casa.
L’impallinato — che è molto di moda, e si sta guadagnando un passaggio da un registro colloquiale a uno semplicemente poco formale — è chi abbia questo genere di passione, fissazione, mania. Posso chiedere all’amico impallinato un consiglio su un acquario per principianti, la fidanzata impallinata di protezione dei dati online ci apparecchierà un sistema di software che blinda il nostro computer, mentre il collega impallinato di Giappone ci aiuterà a fissare tappa per tappa il nostro viaggio — anzi credo verrà anche lui.
Così il retaggio di una credenza pseudoscientifica riemerge con un nuovo, innocuo tono di simpatia con cui colorire i nostri chiodi.