Marconista
mar-co-nì-sta
Significato Radiotelegrafista, operatore addetto alle comunicazioni radio sulle navi o sugli aeromobili
Etimologia dal cognome di Guglielmo Marconi (1874 – 1937), inventore del radiotelegrafo. Il cognome Marconi a sua volta deriva dal prenome teoforo latino Marcus, dedicato al dio Marte.
- «I messaggi del marconista furono ripresi da molti giornali.»
Parola pubblicata il 07 Settembre 2025
23 gennaio 1909, al largo delle coste della leggendaria isola di Nantucket, il transatlantico RMS Republic viene speronato violentemente dal piroscafo Florida. Entrambi i navigli erano persi nella più fitta nebbia e, nonostante tutte le misure prese per minimizzare i rischi, entrarono in rotta di collisione alle ore 05.47. I morti furono sei, ma gli oltre settecento passeggeri del Republic e i quasi novecento del Florida furono tratti in salvo grazie all’operato del marconista Jack Binns, il quale, recuperati fortunosamente tutti i materiali necessari alla trasmissione radio dalla sua cabina quasi del tutto allagata, chiamò i soccorsi con quello che all’epoca era il segnale Morse d’uopo, cioè CQD (una sigla relativamente arbitraria). Fino ad allora il CQD non era mai stato usato e pochi anni dopo fu sostituito dall’ormai arcinoto SOS (ci volle l’affondamento del Titanic per soppiantarlo), la cui composizione in codice Morse è molto facile. I passeggeri del Republic furono salvati dall’intervento del Baltic, accorso in aiuto, mentre quelli del Florida rimasero a bordo del piroscafo, che non aveva subito danni sostanziali, e riuscirono tutti a tornare verso la costa.
Il marconista, o radiotelegrafista, era una figura relativamente nuova sulle navi: era stato introdotto solo due anni prima, nel 1907, dalla Marconi Company: l’esperto di radiotelegrafo a bordo permetteva di comunicare agevolmente ‘senza fili’ e di trasmettere segnali di soccorso attraverso l’oceano. Una novità inaudita, che non tardò a rivelarsi provvidenziale, come abbiamo visto. Il ruolo di questo tecnico radiotelegrafista a bordo era strettamente legato, nel nome stesso addirittura, al padre della comunicazione radiotelegrafica, nonché padrone dell’azienda. Egli è passato alla storia sì come scienziato, sì come inventore, ma ricordiamo che è stato anche un senatore del Regno d’Italia e forse soprattutto un abilissimo imprenditore, capace di sfruttare al massimo le sue connessioni nel Regno Unito favorite dalla madre di origine irlandese e dalla perfetta conoscenza della lingua inglese. Stiamo parlando di Guglielmo Marconi.
Il disastro del Republic, che poi alla fine tanto disastro non fu, influenzò non poco l’opinione pubblica. Non fu un caso, infatti, che in quello stesso anno Guglielmo Marconi, ricevette, insieme al tedesco Braun, il Premio Nobel per la fisica. La popolarità dello scienziato era alle stelle, visto il ruolo eroico che il ‘suo’ tecnico aveva avuto nello sventare quella che sarebbe potuta diventare una catastrofe. Il cognome Marconi, poi, è diventato un elemento di alcuni termini composti che pertengono a questo campo specifico e lo troviamo anche in altre parole come marconigramma, marconigrafia etc.
Se qualcuno avesse piacere di andare un po’ più in là con l’etimologia, qui si sconfina nel mare magno dell’onomastica: Marconi è un cognome abbastanza diffuso, in Italia, e ha legami certi con prenome latino Marcus (ricordiamo personaggi arcinoti della storia romana come Marco Antonio, membro del secondo triumvirato, o Marco Aurelio, l’imperatore filosofo). Marcus era un nome teoforo, ovvero legato al dio Marte. Qualcuno potrà chiedersi perché mai, allora, uno dei quattro evangelisti, nientemeno che il patrono di Venezia, si chiami Marco, se questo è un nome così smaccatamente pagano. Il fatto è che in Palestina, al tempo dell’impero, era uso normale avere un nome ebraico e un nome gentile: San Paolo si chiamava Saul, e Marco parrebbe essersi chiamato Giovanni.
Dai banchi di nebbia che avvolgono Nantucket alla foschia che avviluppa le calli veneziane, passando per un eroico radiotelegrafista, un inventore premio Nobel e qualche nozione di onomastica e agiografia, anche questa volta l’etimologia ci fa viaggiare.