Magno
mà-gno
Significato Grande
Etimologia dal latino magnus ‘grande’, di origine indoeuropea.
Parola pubblicata il 25 Febbraio 2021
mà-gno
Significato Grande
Etimologia dal latino magnus ‘grande’, di origine indoeuropea.
Parola pubblicata il 25 Febbraio 2021
Uno dei più famosi aggettivi letterari della nostra lingua. Nonostante il sapore decisamente antico, è presente, noto — e anche usato — nelle formule, nelle parole e nei nomi tradizionali che lo contemplano, così come quando si vuole scimmiottare una lingua arcaica, latineggiante, di caricatura pomposa.
Alessandro Magno, Carlo Magno sono fra le figure storiche più conosciute e popolari della narrazione occidentale — e fin da bambini ci viene detto che quel ‘magno’ vuol dire ‘grande’, e che anzi magnus voleva dire ‘grande’ in latino; analogamente veniamo edotti sulla Magna Grecia. E sappiamo che l’espressione «in pompa magna» identifica un grande sfarzo (quel ‘magna’ è trasparente, piuttosto è impervio il ‘pompa’, termine desueto per descrivere una dimostrazione di magnificenza e ricchezza), e la dignità dell’aula magna si è normalizzata. Poi magari la collega burlona esordisce papalmente dicendo che ci deve dare con magno gaudio una grande notizia, l’amico ci invita a visitare i suoi magni possedimenti in campagna — poco più di un’aia.
Una vita ben limitata per una parola il cui antecedente latino è stato a dir poco dominante. Molte persone si sono domandate come è che il magnus abbia ceduto completamente il passo al grandis, e quindi nelle lingue neolatine il grande e i suoi omologhi si siano affermati completamente sul magno e i suoi omologhi — e le risposte ci sono. La pietra miliare sull’argomento resta l’articolo Una lotta di parole: magnus e grandis, di Angela Castellano (Archivio Glottologico Italiano, 46 del 1961).
Semplificando una questione complessa, magnus in latino è da sempre il termine più generico, ampio, versatile, e considerato più adatto alla lingua letteraria, e ha evidenti collegamenti indoeuropei — mentre grandis nasce misteriosamente in una prospettiva agricola, indicando un grande vivente, che cresce. Si guadagna lentamente e con evidenti riserve un primo spazio verso l’astratto (peraltro pare che in questo abbia avuto un ruolo primario Cicerone), mentre il magnus si fa sempre più sfumato nei suoi significati — tanto che per essere chiaro in modo ricorrente si trova ad essere accompagnato ad altri aggettivi, che intensifica (a titolo d’esempio tradotto: magno e ricco, magno e brillante).
Già nel II secolo d.C. il magnus era salito a un empireo da titolo onorifico, protocollare, sempre più sconnesso, sempre meno incisivo — tanto da lasciare spazio a vivaci sperimentazioni di grandis, dapprima ruvide e ardite, poi sempre più normali. Finché grandis (nel IV secolo d.C.) non acquistò tutta l’ampiezza d’uso che era stata del magnus, ormai ridotto a quel reverendo fossile che ancora oggi, con simpatia e con rispetto, riconosciamo nel magno.