Monito
mò-ni-to
Significato Rimprovero severo, richiamo al dovere, esortazione
Etimologia voce dotta recuperata dal latino monitus, derivato di monère ‘avvertire, ricordare’.
- «Infine ha lasciato un monito alla posterità.»
Parola pubblicata il 03 Agosto 2023
C’è severità e severità. Alcune sono più sussiegose, magniloquenti, altre sono più essenziali e dirette. Si tratta di impressioni, beninteso, perché magari la percezione di severità cambia all’interno di una medesima famiglia di parole — in cui il concetto nucleare non dovrebbe cambiare poi molto.
Considerare il termine ‘monito’, così corrente eppure così distinto, significa innanzitutto fare i conti con un verbo latino di importanza fondamentale che però in italiano non è passato: il verbo monère. O meglio, non è passato direttamente, perché poi continua in composti e derivati dei più disparati.
Il senso radicale del monère è quello di ‘far ricordare’. È un derivato dell’antica radice indoeuropea ricostruita come men-, che è alla base di mente e di una cascata d’altre parole. A farselo dire è evidente, ma si tratta di una realizzazione molto interessante: ‘far ricordare’ è un atto prossimo all’avvertire, al consigliare, perfino al correggere. Dopotutto, di qui viene anche il monumento — ma per non farci mancare qualche nesso ghiotto, tramite vicissitudini storiche completamente contingenti, di qui viene anche la moneta, e lo stesso monitor (tramite cui forse stai leggendo queste parole) arriva al senso generale di ‘schermo’ attraverso il riferimento novecentesco a un apparecchio di controllo, e prima il ruolo di supervisore.
Il monito è giusto un atto di quel genere, che possiamo descrivere come rimprovero severo, come richiamo (si fa ricordare non solo una storia passata ma anche un dovere), e anche come esortazione. Per quanto questo genere di esternazioni abbiano un peso notevole — stiamo parlando di riprensioni, persuasioni, avvertimenti, che hanno quasi necessariamente un certo profilo di severità — il monito ha un tratto piuttosto rapido, perfino operativo (anche in virtù del suo essere trisillabo sdrucciolo). A contrario, ad esempio, dell’ammonimento, che ha un’aria più sovrabbondante, più da lezione — con quel prefisso che pesantemente trasferisce, porta l’azione su qualcuno.
Posso parlare del monito diramato dall’osservatorio internazionale su una situazione in peggioramento; posso apprezzare il monito asciutto con cui si chiude la relazione, rivolto a chi ha le redini di una situazione; ci torna spesso in mente il monito di una storia, magari di una fatalità, magari di un successo; e visto quanto ama essere edificante, l’amico, non potendo essere un buon esempio, cerca almeno di essere un terribile monito.
Una parola che si distingue non per eccezionalità di significato, per appartenenza a registri squisitamente ricercati, per suoni e caratteri speciali e vistosi: si distingue per la qualità intrinseca del significato dritto che veicola, che attinge a una radice di senso davvero profondo.