Nazareno

Parole semitiche

na - za - rè - no

Significato Appellativo di Gesù, che trascorse a Nazareth, in Galilea, l’infanzia e la giovinezza. Che appartiene o è proprio del gruppo artistico tedesco dei nazareni, fiorito all’inizio dell’Ottocento. Nome proprio maschile

Etimologia attraverso il latino Nazarènus ed il greco Nazarenós, derivato dal toponimo Nazareth, città della Galilea, di etimo incerto. Forse è derivato dal verbo nasar, col significato di custodire, controllare, o dal verbo nazar, cioè consacrare.

  • «Fra i nazareni troviamo i pittori Friedrich Overbeck e Franz Pforr».

Ci sono tre occasioni in cui è possibile sentire, leggere o usare questa parola: nell’ambito religioso, nella storia dell’arte o perché si sta guardando un monumento ai caduti della prima guerra mondiale. Andiamo con ordine: nazareno è un attributo di Gesù Cristo. Sebbene nato a Betlemme, presso cui si trovavano Giuseppe e Maria per rispondere al censimento indetto da Roma, egli crebbe e divenne uomo nel villaggio di Nazareth, a nord, in Galilea, dove abitavano i genitori e dove, secondo il Vangelo, avvenne l’episodio dell’Annunciazione dell’arcangelo Gabriele a Maria.

Sempre secondo il racconto evangelico, quando fu crocifisso a Gerusalemme, i carnefici affissero un cartello sulla croce, il cosiddetto titulus crucis, che riportava la beffarda scritta ‘Gesù nazareno, re dei giudei’, che, nella sua versione latina viene spesso accorciato nell’acronimo I.N.R.I. (Iesus nazarenus rex iudaeorum).

La cosa interessante è che questo villaggio non compare mai nel primo testamento, e quindi non può dirsi che abbia avuto un ruolo di primo piano nella storia del popolo ebraico, cosa che invece è accaduta per molte altre località. Addirittura, la sua piccolezza e trascurabilità la si può trovare perfino nell’etimologia, assai dibattuta e tuttora avvolta da fitte nebbie. Il toponimo potrebbe derivare dal verbo nasar, custodire, controllare, o dal verbo nazar, ovvero consacrare, come potrebbe non derivare da nessuno dei due. Gli accademici non si sbilanciano e il mistero resta ad ottenebrare questo nome. Ad oggi Nazareth è una città divisa in due, con la parte nuova detta anche Nazareth Illit, o Nof Hagalil, abitata principalmente da ebrei, e la parte più antica, Nazareth, villaggio arabo.

Ma del titolo di nazareno si sono fregiate anche altre persone, più precisamente degli artisti romantici tedeschi di inizio Ottocento tra i quali vanno citati almeno Friedrich Overbeck e Franz Pforr. L’Ottocento, per la pittura, è stato un secolo di forti contraddizioni: da una parte gli accademici, dall’altra gli antiaccademici, e tra questi una miriade di correnti, gruppi, accolite e movimenti sparsi in tutta Europa, ciascuno a dare la propria versione delle arti figurative. I nazareni, dal canto loro, produssero una pittura dal gusto arcaizzante, in cui predominavano i temi religiosi (tanto che alcuni componenti del gruppo, nel tempo, si convertirono al cattolicesimo), ispirata sotto il punto di vista formale dai grandi del Rinascimento come Raffaello e Perugino. Mica come i preraffaelliti! Forse per le loro tematiche religiose, per il loro stile di vita austero o magari per il modo in cui portavano i capelli - ‘alla Gesù’ - questi giovani furono chiamati ‘i nazareni’.

E al di fuori di questi contesti così specifici? Beh, nazareno diventa Nazareno, o anche Nazzareno, o ancora Nazario, fino alle sue varianti femminili. Come è accaduto per molte parole legate al cristianesimo, infatti, anche l’attributo di Gesù è diventato un nome proprio di persona, con il significato, praticamente, di ‘cristiano’. Ad oggi è indiscutibilmente raro, e ha un certo gusto antico, ma fino ad un secolo fa era assai diffuso, prova ne sia il numero altissimo di giovani Nazzareni caduti nelle trincee che sono ricordati su monumenti e memoriali, tra i quali annoveriamo il patriota Nazario Sauro, che portava una variante di questo nome.

Parola pubblicata il 24 Marzo 2023

Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini

Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.