Sgangherato

sgan-ghe-rà-to

Significato Divelto dai gangheri, dai cardini; squassato, sfasciato, rovinato; sconnesso, illogico; sguaiato, volgare

Etimologia da ganghero, che è dal greco tardo kánkhalos ‘cerniera, cardine, anello della porta’, mediato dal latino parlato.

È una parola con una sonorità magnifica, che da sola dà un alto profilo espressivo e scherzoso alla frase – e questo è evidente; però cela anche una progressione di significati di vera poesia condivisa, di quella poesia condivisa che costruisce la lingua.

Lo sgangherato ci chiede di partire dal ganghero, termine che emerge nel Trecento dal greco tardo kánkhalos, l’anello della porta, la cerniera, il cardine, attraverso una mediazione del latino parlato, e probabilmente a partire dalla Sicilia. Nella nostra esperienza quotidiana lo conosciamo come sinonimo di cardine, quella parte della cerniera che è fissata a uno stipite o a un telaio, e che è munita di un perno sul quale si infila e ruota la bandella del battente. Infatti lo sgangherare e lo sgangherato compaiono nel Quattrocento con significati tranquillamente concreti, descrivendo lo sfilare o lo sfilato dal ganghero. Prima della fine del secolo però faranno un passo piccolo e conseguente verso lo sfasciare e lo sfasciato, il deteriorato dal tempo e dall’incuria – significati ancora attuali, quando parliamo di auto sgangherate, di occhiali sgangherati.

Ma si apprezza come nel secondo Cinquecento lo sgangherato faccia un salto più profondo. Diventa l’illogico, lo sconnesso: quella rovina scardinata dei suoi significati immediati viene trasposta nella tenuta sbilenca di una struttura ideale, l’essere squassato di porte finestre e ante diventa lo scombinato, il confuso. Così possiamo parlare della critica sgangherata che ci viene rivolta, della frase sgangherata che pronunciamo in una lingua straniera, come anche della proposta sgangherata che viene avanzata in consiglio comunale.

Inoltre quell’apertura scassata, esagerata, scomposta che resta nello sgangherato porta anche a significati che toccano lo sguaiato e il volgare. Alla battutaccia fanno eco risate sgangherate, è sgangherato il vociare nel cortile, sgangherati i balli in cui ci lanciamo con brillantezza alticcia. E dopotutto anche quando diciamo che qualcuno è uscito dai gangheri vogliamo dire che ha perso il suo compassato contegno da cardine oliato.

Bella parte della sua forza evocativa sta nel suo stesso profilo sgangherato: l’incisività del suo prefisso, insieme alla sua ripetitività pencolante, imprimono una forza elastica al significato, che acquista un colore di sciatteria dal vigore distintivo, nel pur ricco arcipelago di parole che variamente si specchiano nella rovina scalcagnata.

Parola pubblicata il 21 Dicembre 2020