Sicario
si-cà-rio
Significato Chi uccide o compie delitti efferati su mandato altrui
Etimologia voce dotta recuperata dal latino sicarius ‘assassino’, da sica ‘pugnale’.
- «No, non è venuto lui. Ha mandato i suoi sicari.»
Parola pubblicata il 14 Luglio 2022
Figura cupa, truce, spesso senza nome e senza volto, è però centrale in una quantità impressionante di narrazioni del reale e del finto. E si distingue con la sua aura peculiare anche grazie a questo suo nome, che suona preciso, ricercato e privo di parentele notabili di primo acchito.
In effetti il nome ‘sicario’ ha la particolarità di essere l’unico frutto maturato nell’uso italiano di una pianta latina antica — la sica, un pugnale ricurvo. E il sicarius era in senso abbastanza ampio l’assassino.
Però in italiano il sicario ha finito per ricoprire un ruolo molto più particolare dell’assassino (anche se nei secoli passati aveva contorni più ampi). Oggi si può chiamare assassina una gran famiglia di gente che variamente ammazzi, senza vincoli d’azione troppo stretti, senza troppe formalità da rispettare per rientrare nella categoria; invece il sicario uccide o compie altri delitti efferati solo su mandato. Il sicario non uccide per sé.
Dovrebbe convergere con la figura dell’assassino prezzolato, ma questo aggettivo, che ci specifica l’assassino a pagamento, ha qualcosa di venale e perfino vezzoso, e traccia un profilo meschino che è condiviso — fra il molto altro — con la critica d’arte che dietro compenso plaude e incorona un'immondizia senza significato. Il sicario è essenziale. E può contare, al contempo, su una psicologizzazione poetica molto netta.
Già perché il sicario, come abbiamo apprezzato, è letteralmente il pugnalatore. E se l’assassino può anche avere la verve di chi agisce apertamente, il pugnale ci parla inevitabilmente di un assalto vile, traditore, debole, mosso nell’ombra — è l’arma che dà la dimensione psicologica all’atto. Ci possono essere comandi di morte di un’abiezione totale eppure mossi allo scoperto, e richiedenti un certo coraggio; mentre l’azione del sicario è strisciante, travisata, ubbidiente — perfino codarda.
Così parliamo dei sicari che si presentano sotto spoglie amiche alla persona che devono fare fuori, del sicario che attendeva il ritorno a casa della vittima designata, o di come il protagonista sfugga in modo rocambolesco all’agguato del sicario.
Una parola minacciosa, che evoca ombre, macchinazioni e pericoli col lampeggiare improvviso e subdolo di armi disonorate.