Spensierato

spen-sie-rà-to

Significato Non preoccupato, sereno, allegro

Etimologia derivato di pensiero, dal provenzale pensier, che deriva dal latino pensare ‘pesare’, con prefisso s- negativo.

L’intelletto è in sé un’esagerazione e distrugge l’armonia in qualunque viso. Nel momento in cui uno si siede a pensare, diventa tutto naso, o tutta fronte, o qualcosa di orrido.

Lord Henry Wotton, personaggio del Il ritratto di Dorian Gray famoso per le sue battute paradossali e memorabili, ha la fama di portare ogni concetto all’eccesso, e questa citazione ne parrebbe un esempio dei più estremi… se non fosse che la nostra lingua ha consacrato un’idea analoga nello spensierato.

Una logica asciutta ci presenta lo spensierato come un neutro ‘senza pensieri’. E però qui questi ‘pensieri’ non ci si profilano come frutto puro e astratto della mente razionale: sono roba spiacevole, in particolare triste e molesta. Certo, il pensiero fa toccare alte vette e questa è convinzione condivisa, ma curiosamente se dico ‘ho qualche pensiero’ ci si immagina subito un’inquietudine, un turbamento, una preoccupazione, non un colpo d’ali dell’intelletto; certo, si può parlare delle persone che hanno contribuito all’avanzamento del pensiero umano, ma nella nostra vita modesta — quando non ci lanciamo tigri alla conquista del sovrumano — il ‘mi dà pensiero’ ha un tono mesto, ansioso.

Così per contro lo spensierato, sganciato da tutte queste protuberanti intrusioni della mente, ci appare sereno. Di un sereno tranquillo su cui si può spandere un’allegria divertita, svagata, limpida — forte di una presenza totale nel momento, che non si assenta nel pensiero. Così ricordiamo una vacanza spensierata, così passiamo una serata spensierata.

Di qui possiamo fare un passo etimologico in più. Pensare, in latino, aveva il significato proprio di ‘pesare’ (da pendere ‘tenere sospeso’). Anzi, in effetti ‘pesare’ è il gemello di ‘pensare’ che ha perduto la ‘n’.
Lo spensierato non pesa. E in effetti anche quando pesiamo diventiamo tutto naso o tutta fronte — e siamo spensierati quando con l’ortolano amico, fra le ciarle, ci regoliamo a sacchetti senza toccare la bilancia, quando buttiamo la pasta d’entusiasmo, quando aggiungiamo gli ingredienti con occhio padrone.

Certo, ‘spensierato’ ha avuto anche l’altro tipo di significato: poiché non pesa e non pondera è stato anche il negligente, l’imprudente, il superficiale — diremmo sconsiderato. Perché in effetti il pensiero è anche attenzione, previdenza, profondità, cautela, responsabilità. E non che uno dei due aspetti di questa parola fosse precedente all’altro: lo spensierato-sereno e lo spensierato-sconsiderato sono comparsi all’incirca nello stesso periodo, nel primo Cinquecento. Ma solo il primo è arrivato vivo e vegeto fino a noi. Oh, chi è spensierato campa di più.

Parola pubblicata il 19 Marzo 2021