Taumaturgico

tau-ma-tùr-gi-co

Significato Dai poteri prodigiosi, che è capace di compiere atti miracolosi, specie di guarigione; miracoloso

Etimologia prestito moderno dal greco thaumatourgós, ‘che fa miracoli’, da thâuma, ‘miracolo, meraviglia’, e érgon, ‘opera’.

  • «È un massaggio taumaturgico. Ti rimette al mondo.»

Fra gli attributi iconografici classici con cui s’identifica Sant’Antonio Abate spiccano il maialino (che in origine era un cinghiale), la fiamma, la campanella e uno strano bastone con la terminazione superiore a forma di lettera T – se non la T stessa. Perfino nel convulso, allucinato e affollatissimo trittico di Hieronymus Bosch c’è posto, tra un demone orrendo e l’altro, per questo attributo.

Quella T non è altro che il tau, lettera greca che è stata successivamente adottata come emblema, oltre che dai frati ospitalieri di Sant’Antonio, anche dai francescani. Ovviamente è un forte rimando alla croce sulla quale Gesù fu crocifisso (in moltissime rappresentazioni pittoriche essa è raffigurata come una T, senza i quattro angoli retti tradizionali), ma la ragione per la presenza di questa lettera greca nell’agiografia e simbologia cristiana ha anche un’altra più profonda radice, che ci porta alla corte dei Capetingi, dei Valois e dei Borbone.

Il tau di Sant’Antonio, infatti, sta per la parola greca thâuma che significa miracolo, prodigio. Composta insieme a un derivato di érgon, ovvero ‘lavoro, opera’, è alla base del termine ‘taumaturgico’, un aggettivo che si attagliava alle persone considerate operatrici di guarigioni meravigliose, che facevano miracoli col solo tocco della mano. Effettivamente gli agiografi riferiscono che il santo aveva la capacità di guarire coloro che erano affetti da malattie della pelle come, appunto, il fuoco di Sant’Antonio, che curiosamente in origine era sinonimo di ‘ergotismo’ (l’intossicazione da segale cornuta) e poi è passato ad indicare l’herpes zoster.

Ma la taumaturgia non è stata solo appannaggio dei santi. Per secoli, infatti, in Francia, i re sono stati considerati taumaturghi (l’argomento è famosamente trattato nel libro I re taumaturghi del celebre storico francese Marc Bloch). Ciò era dovuto alla profonda trasformazione legata all’unzione con l’olio santo nel momento della consacrazione (o incoronazione) dei sovrani. Quello dell’unzione è un rituale antico come il mondo, alla base del concetto di Messia, che nella tradizione cattolica, ad esempio, è ripetuto durante battesimo, cresima e sul letto di morte, e, nella coscienza dei popoli, possiede un potere metamorfico tale da trasformare un principe, il Delfino, nell’unto del Signore, il sovrano in comunione con Dio, capace di guarire gli ammalati con una mano nel rituale del ‘tocco delle scrofole’ (le scrofole erano le pustole causate dal Mycrobacterium tubercolosis).

Il Re Sole e il suo successore Luigi XV non sempre si prestarono a tale evento taumaturgico perché si trovavano spesso in uno stato di peccato a causa delle loro licenziose vite amorose (non che i re precedenti fossero stati dei monaci, ma di certo avevano dalla loro una maggiore discrezione). Lasciamo perdere Luigi XVI, vissuto in pieno illuminismo e più preoccupato a smontare orologi e a tentare di salvarsi la testa. Vale la pena, forse, chiedersi se in un mondo razionalista e meccanicista come il nostro ci sia ancora spazio per il thauma, il fatto meraviglioso, il miracolo, e per i taumaturghi.

Beh, possiamo dire che, se non fosse stato per i poteri taumaturgici delle lacrime di fenice, Harry Potter non ce l’avrebbe fatta nella Camera dei Segreti, o che il gel di aloe vera ha poteri taumaturgici sulla pelle irritata, ma anche che la nonna è una taumaturga, visto che quando ci prepara la crostata alla crema tutti i nostri mali spariscono nel nulla! Alla fine, può esserci spazio per un miracolo anche nelle piccole gioie della vita.

Parola pubblicata il 14 Maggio 2023