Maiale

Parole bestiali

ma-ià-le

Significato Mammifero domestico della famiglia [Suidae], detto anche porco o suino, appartenente alla stessa specie del cinghiale ([Sus scrofa])

Etimologia dal latino maialis, probabilmente derivato dal nome della dea della primavera Maia, cui era uso sacrificarlo.

“Del maiale non si butta via niente”, recita la voce popolare, che infatti ha tramandato usi e ricette per ogni sua possibile particella. Anche in campo linguistico quest’animale ha offerto abbondante ispirazione, talora per le vie più bizzarre.

Per esempio: data la tradizionale ingordigia suina, ‘porcella’ è uno degli eufemismi per indicare la vulva. Da qui ha preso il nome una conchiglia che, a qualche mente maliziosa, ha ricordato la forma del suddetto organo. E siccome tale conchiglia è un po’ traslucida, il nome è passato per proprietà transitiva alla pur rispettabilissima porcellana.

Persino la nobile città di Troia, cantata senza sospetti da Omero, ha finito per cadere nell’orbita del maiale. Pare infatti che nei banchetti romani facesse furore la scrofa farcita con animali più piccoli, la quale venne soprannominata ‘troia’ per analogia con l’epico cavallo. Il nome passò quindi a indicare la prostituta, sempre per la ragione di cui sopra.

Ciò che colpisce è che, nonostante la sua onnipresenza, il maiale non gode affatto di buona reputazione. Paragonarlo a qualcuno non è mai un complimento, sia che si alluda a un abbuffarsi smodato, a una grassezza flaccida, a un atteggiamento lascivo o a un’inveterata sporcizia. Il che, per inciso, è una comprovata calunnia: lasciati a se stessi i maiali sono creature piuttosto pulite, anche se amano farsi i fanghi per proteggere e rinfrescare la pelle.

La loro cattiva fama, comunque, è il motivo per cui abbiamo ben tre parole per definirli (senza contare i termini tecnici). L’originario ‘porco’ è diventato col tempo troppo volgare nella percezione collettiva, e perciò accantonato a vantaggio di ‘maiale’. Ma anche quest’ultimo ha subito la stessa sorte e perciò oggi è spesso sostituito dal più neutro ‘suino’.

Del resto il maiale è malvisto già nella tradizione ebraica, motivo per cui i demoni scacciati da Gesù nei vangeli si incarnano proprio in un branco di porci. Tutta diversa la situazione in Cina, in cui il maiale è uno dei segni zodiacali più amati perché associato all’abbondanza e alla generosità. Addirittura l’ideogramma ‘casa’ si compone del disegno stilizzato di un tetto e di un maiale.

Per questo alcuni ipotizzano che l’usanza di dare ai salvadanai la forma di un maialino sia di origine cinese. Tuttavia non è escluso che l’Occidente l’abbia sviluppata indipendentemente, data l’importanza che questo animale ha sempre avuto nella vita contadina. Non per nulla in tedesco ‘avere fortuna’ si dice schwein haben, letteralmente ‘avere il maiale’, e gli austriaci usano regalare maialini di marzapane a capodanno come buon auspicio. Ma la ragione potrebbe anche essere linguistica: in Inghilterra i primi salvadanai erano in creta (pygg), il che avrebbe portato gli spiritosi vasai a scegliere la forma del maiale (pig).

Sempre in Inghilterra, peraltro, i maiali hanno conosciuto a fine Settecento il loro momento di gloria: si diffusero infatti i learned pigs, ‘maiali istruiti’, capaci a quanto pare di rispondere a quesiti di aritmetica e persino di leggere nel pensiero. Purtroppo anche l’intelligenza suina è stata corrotta dall’avanzare della tecnologia, barattando l’acculturazione di un tempo con passatempi più mainstream. Giusto quest’anno infatti una ricerca dell’università Purdue ha mostrato (senza trucchi stavolta) che i maiali sono in grado di utilizzare efficacemente un joystick per giocare ai videogiochi.

Ma in fondo, poveretti, con tutto quello che fanno per noi, hanno ben diritto a rilassarsi ogni tanto.

Parola pubblicata il 08 Novembre 2021

Parole bestiali - con Lucia e Andrea Masetti

Un lunedì su due, un viaggio nell'arcipelago dei nomi degli animali, in quello che significano per noi, nel modo in cui abitano la nostra vita e la nostra immaginazione.