Vaniloquio

va-ni-lò-quio

Significato Discorso sconclusionato, futile, vano

Etimologia voce dotta recuperata dal latino tardo vaniloquium, composto di vanus ‘vano’ e dal tema di loqui ‘parlare.

Se si legge o sente questa parola l’impressione è subito quella di un discorso sostenuto. E non potrebbe essere altrimenti: siamo davanti a un termine con un pedigree eccellente, che sa dar peso alla frase in cui è usato.

Il vaniloquio è l’inclinazione al discorso sconclusionato, vano e magniloquente, e concretamente il discorso stesso di questo genere, specchio in cui confluiscono l’ampolloso e il frivolo. È piuttosto buffo pensare di usare normalmente questa parola, per un motivo molto semplice: è una parola davvero ricercata, mentre il vaniloquio nelle nostre vite è una presenza costante, è comune in maniera disarmante. È vaniloquio quello dei colleghi che commentano appassionati il penoso programma televisivo, chi ciarla assertivo e gonfio senza sapere nulla ostenta il suo vaniloquio, il politico sotto attacco si produce in un vaniloquio magistrale, è vaniloquio quello di chi riempie un tranquillo spazio di silenzio notando il caldo della giornata, o la pioggia che è arrivata.

Il punto è che proprio in questi casi cercare la ricercatezza invece di usare termini generici (e volentieri volgarotti, ci piacciono sempre) riesce a dominare meglio il fenomeno, lo circoscrive, lo spenge. Il fatto che prima di essere recuperato all’italiano nel Trecento, già migliaia di anni fa, già in latino il termine vaniloquium determinasse la realtà della chiacchiera (con delle sfumature speciali di ostentazione e vanteria che ci sono del tutto consuete), è indicativo di questa utilità: il pregio del termine sta nel suo taglio netto della realtà, con una potente qualificazione del discorso come l’attributo di ‘vano’ sa essere. Non è una parola che richiama fastidio, sprezzo: invita semplicemente a far scorrere e muovere oltre, perché il vaniloquio, nonostante la veste verbale, non è nulla, non serve a nulla. Cola, riempie, occupa. Evidenzia, forse solo con una punta di austerità, che siamo chiamati ad altro.

È una splendida carta da tenere in mano: anche solo conoscere questa parola permette di riconoscere e stringere il vaniloquio. Se poi capita la situazione in cui possiamo marchiare con questo nome un discorso sconclusionato, ampolloso, che non serve a nulla, il marchio non passa inosservato. anche in virtù dell’ingombro di questa parola, la cui composizione si prende uno spazio largo e severo nella frase che scriviamo, in quella che diciamo.

Parola pubblicata il 28 Luglio 2019