Zuffa

zùf-fa

Significato Combattimento, mischia; rissa, lite; polemica violenta

Etimologia dalla voce longobarda ricostruita come zupfa ‘ciuffo, cespo’.

  • «Sembrava un mero diverbio ma è finito in una zuffa.»

L’etimologia può essere incerta a vari livelli. Ad esempio possiamo avere la certezza lineare di una derivazione, eppure magari non riusciamo ad accedere al senso originario che l’ha suggerita. Ma anche un approdo parziale sa essere estremamente fertile, ed eloquente nel caratterizzare una parola.

Se parliamo di ‘zuffa’, stiamo entrando nelle acque vivaci e turbolente del più grande flusso linguistico germanico che è traboccato in Italia e ha intriso l’italiano nascente — quello della lingua longobarda.
L’eredità longobarda ha una coloritura estremamente specifica: giunta al confronto con l’ultimo latino popolare ha fatto acquisire alla lingua della Penisola una batteria di termini che si sono affermati con naturalezza — termini quotidiani, bassi e tanto rilevanti, sia per l’importanza che potevano avere per una società come quella tardo-antica, primo-medievale, sia per la loro mera forza rappresentativa, per il grado icastico che mostravano. In questo quadro spicca quello che potremmo chiamare il lessico della violenza.

Dalla scherma alla grinfia, dalla faida allo sbrego, dalla baruffa allo spaccare, le parole di origine longobarda hanno una durezza, un’intensità nel rappresentare veemenze a vario titolo feroci che è davvero impareggiabile. La zuffa viene da qui. Ma da quale antecedente longobardo?

L’ipotesi più solida considera una derivazione da una parola ricostruita come zupfa cioè ‘ciuffo’ (le parole longobarde si ricostruiscono perché il popolo longobardo non scrisse in longobardo, quindi ci dobbiamo ingegnare). Ora, la zuffa è un combattimento con caratteri molto definiti: è estremamente accanita, è relativamente breve. Il modo in cui è rissa la annoda rapidamente nel mulinare di una mischia stretta — e qui la suggestione etimologica potrebbe aggrapparsi all’immagine di una zazzera di capelli (‘zazzera’, parola longobarda? Parola longobarda) che nel modo in cui si arruffa (‘arruffare’, parola longobarda? Eccome) evoca in analogia membra coinvolte in una lite.

D’altro canto — come tutte le rappresentazioni in serie e film dei nostri giorni non mancano di marcare fascinosamente — mentre i Romani tenevano sotto sobrio controllo capelli e barbe, i barbari erano soliti raccogliere lunghe chiome sopra la testa. Il nostro ciuffo, che magari sfugge lezioso sulla tempia, è eco e ombra del longobardo zupfa — e magari il riferimento originario della zuffa è lo stesso che troviamo nel più tardo ‘acciuffare’, cioè un ‘prendere per il ciuffo’. Dopotutto è normale che una lite furibonda rapida e non troppo letale (perché la zuffa ci sembra meno offensiva della rissa), contempli la mossa fulminea dell’agguantare per i capelli — tanto più se sono già convenientemente raccolti.

Così possiamo parlare della zuffa fra genitori sugli spalti durante la partitella della domenica, delle zuffe fra cani che amano farsi sgarbi, delle zuffe che si prendono spazi di pagine e cascate di commenti sulla nuova scemenza polemica del giorno.

In quest’uso così disinvolto, naturale, è bello sentire come la parola risponda bene all’intento comunicativo, come rappresenti bene — e proprio qui possiamo intrasentire quel carisma che questa parola longobarda deve aver esercitato anche su nonni e nonne dell’ultima antichità, quell’emozione violenta davanti al modo di litigare dei grandi barbari bianchi, nostri nonni anche loro.

Parola pubblicata il 03 Ottobre 2023