Carbonifero
car-bo-nì-fer-ro
Significato Aggettivo relativo agli strati rocciosi ricchi di carbone, e nome di un sistema stratigrafico e del relativo intervallo dei tempi geologici
Etimologia composto di carbone e dall’elemento -fero ‘che porta’, che è dal verbo latino ferre ‘portare’.
- «La frana sul fianco della montagna ha esposto un livello carbonifero.»
Parola pubblicata il 17 Marzo 2025
Le parole dei dinosauri - con Andrea Cau
Sono parole complesse, difficili da comprendere, dalle storie magnetiche e sconosciute... e che però sono anche parole dell'infanzia, parole che continuano a risuonare lungo tutta la nostra vita. Sono le parole dei dinosauri e della paleontologia, e con Andrea Cau, paleontologo e divulgatore, autore della serie di libri "La rivoluzione piumata", ne scaveremo una un lunedì su due.
Quella del Carbonifero è una storia tipicamente anglosassone, quel genere di vicende che formano il tessuto mitologico e l'epopea, di matrice protestante e capitalistica, devote al self made man, l'industrioso lavoratore che, partendo da umili origini, ha scalato la piramide sociale ed ha costruito il proprio successo con il sudore della fronte ed uno spregiudicato fiuto per gli affari.
La storia del Carbonifero inizia alla fine del Settecento, in Inghilterra. Siamo nel pieno di una trasformazione economica e sociale di portata epocale, trainata da quella che, non penso di esagerare, è stata la più importante innovazione tecnologica nella storia umana: la macchina a vapore. Per la prima volta, un oggetto meccanico era in grado di produrre da solo il lavoro di dozzine di uomini e bestie messe assieme. La Macchina è potente, efficiente e strabordante, ma ha sempre fame. Bramosa di combustibile, è avida di carbone.
La geologia, fino a quel momento vista unicamente come futile curiosità per filosofi della Natura, diventa ragione di Stato. Il carbone non affiora a caso, ma si rinviene principalmente in stratificazioni particolari, dette appunto ‘carbonifere’, che occorre localizzare e mappare. Il nostro eroe nasce quindi come umile aggettivo per denotare gli strati più utili alla crescente industrializzazione anglosassone. Da quel momento, la scalata al successo dell'umile portatore di carbone sarà inarrestabile. Già negli anni Venti dell'Ottocento, il carbonifero viene promosso, acquisisce l'iniziale maiuscola. Difatti è non più l'aggettivo di un generico strato roccioso, bensì il qualificatore di un ben preciso insieme di successioni sedimentarie, estese in varie parti dell'Inghilterra e del Nord Europa, ricchissime del prezioso combustibile, detto Serie Carbonifera.
Ma all'ambizioso Carbonifero non basta essere un aggettivo subordinato ad un banale sostantivo. Esso pretende il diritto di essere considerato un soggetto autonomo, un vero e proprio individuo. Da socio dipendente, il nostro eroe diviene infine un entità indipendente, il proprietario della più grande impresa mineraria immaginabile, il padrone di ben sessanta milioni di anni di storia della Terra, estesi da trecentosessanta fino a trecento milioni di anni fa. Quello è, nella moderna suddivisione delle età della Terra, il Carbonifero, il quinto periodo dell'Era Paleozoica, l'età durante la quale si formarono le principali stratificazioni di carbone fossile su cui si è sostenuta gran parte della Rivoluzione Industriale.
Il carbone è difatti legno fossilizzato: cellulosa e lignina che hanno subito un processo fisico-chimico di arricchimento della componente in carbonio ed idrogeno, a discapito degli altri elementi chimici presenti in origine nella materia vivente. Un processo che avviene molto lentamente, richiede decine di milioni di anni, a chilometri di profondità, sotto la pressione ed il calore di depositi rocciosi sovrastanti. Il carbone quindi richiede antichissime foreste, e paludi estese su superfici continentali, paludi nel cui fondale melmoso i tronchi degli alberi di quelle foreste possano accumularsi dopo la loro morte, depositarsi per decine di milioni di anni, ed iniziare la lenta trasformazione in combustibile.
Il Carbonifero fu quindi un'età di paludi ancestrali, ricoperte da una flora a noi aliena, fatta di felci arboree alte decine di metri, foreste del tutto prive di fiori, di uccelli o mammiferi, eppure pullulanti di vita. Un'età di grotteschi animali simili a salamandre, libellule gigantesche, e spaventosi millepiedi grandi come automobili. Un'età mitica ed al tempo stesso da incubo, che supera la nostra più sfrenata immaginazione.