Irrefutabile
ir-re-fu-tà-bi-le
Significato Che non si può negare, confutare
Etimologia voce dotta recuperata dal latino tardo irrefutabilis, derivato di refutabilis, da refutare ‘respingere, confutare’.
- «Non sono d'accordo con le conclusioni, ma mi sembra che le sue premesse siano verità irrefutabili.»
Parola pubblicata il 16 Luglio 2022
Che solennità, in questa parola! Non che sia isolata, anzi appartiene a una gang di sinonimi che si fa notare nel campo di ciò che non può essere respinto, negato, questionato, ciascuno con il suo forte carattere. Ma questa si distingue dal gruppo per ricercatezza e gravità.
A dire il vero non proviene da una famiglia... sussiegosa. Anzi ha parenti semplici, perfino triviali. È in effetti sorella del quotidiano rifiutare, parola del cerchio stretto delle più comuni nella nostra lingua, ed entrambe sono figlie del latino refutare, letteralmente un ‘battere indietro’ (dalla voce ricostruita futuare, della stessa origine di futùere e quindi parente di ‘fottere’).
Però, se il rifiutare è un esito popolare del refutare latino, e ne ha avuto in eredità quella parte di significati imperniati sul ‘non accettare’, sul ‘non volere’, il nostro refutare, recuperato come voce dotta (e infatti molto ben conservato rispetto alla forma dell’antecedente latino), ci porta solo quello di ‘confutare’ (altro membro della famiglia dell’ipotetico futuare), e cioè di un controbattere un argomento dimostrandolo a vario titolo sbagliato (e notiamo, siamo sempre sul ‘battere’).
L’irrefutabile è quindi ciò che non può essere confutato, posto in dubbio — tanto solare è la sua evidenza, la sua validità. Lo zio ci parla dell’irrefutabile superiorità del vino sulla birra, la vicina afferma il suo diritto irrefutabile a fumare sul pianerottolo, e la zia ci presenta come irrefutabile la regola che alla prima mano di briscola non sono ammessi cenni e segni.
Certo che è proprio vicino all’inconfutabile, e però proprio la vicinanza col rifiutare, proprio il tono repulsivo conferito dal prefisso re-, lo rendono meno ideale, meno intellettuale, e più concretamente impossibile da ribattere. Non adombra una vena di protesta e polemica come l’incontestabile, non ha la pesantezza armigera e militare dell’inoppugnabile, non ha il tratto frettoloso e un po’ naïf dell’indiscutibile, o la leggerezza con cui l’innegabile segna un punto d’accordo. L’irrefutabile ha una spiccata pesantezza e incisività, ed è, della sua famiglia un po’ bislacca, quello che si distingue per essere un tipo serio e severo. Anche se magari proprio questa sua severità lo dispone ad essere una buona risorsa per l’ironia.