Kohl

Parole semitiche

còl

Significato Kajal, trucco nero per gli occhi

Etimologia dall’arabo kuḥl, cioè ‘ombretto, polvere di antimonio’, ma anche ‘collirio’, appartenente alla famiglia del verbo kaḥala, ovvero ‘tingersi le palpebre’.

Questa parola sarà familiare a coloro che sono professionisti o semplici appassionati di trucco, agli attori teatrali, ai membri delle compagnie circensi, insomma, a chiunque abbia avuto voglia di bistrarsi gli occhi almeno una volta nella vita per le più svariate ragioni (ivi compresa la maschera carnevalesca da Capitan Jack Sparrow o da Cleopatra – Liz Taylor).

Il Kohl non è una semplice matita per gli occhi: diverse case cosmetiche, infatti, differenziano tra matita semplice e matita kohl o kajal. Quest’ultima, infatti, ha delle caratteristiche di morbidezza, intensità e spessore che conferiscono un contrasto maggiore al tratto, e che sono proprie del kohl tradizionale, fabbricato con grasso animale e polveri minerali tra cui spicca quella dell’antimonio, un elemento il cui simbolo sulla tavola periodica è Sb: deriva dal latino stibium. Plinio stesso conosceva l’antimonio sotto questo nome che significa semplicemente ‘bastoncino’. E in effetti l’uso cosmetico del kohl era possibile grazie all’applicazione tramite piccole stecche da passare attorno agli occhi. L’antimonio ha poi conosciuto tempi gloriosi durante lo sviluppo dell’alchimia: Paracelso credeva addirittura che potesse guarire tutti i mali. Nel latino degli alchimisti il suo nome diventa per antonomasia quello della sostanza raffinata, dell’elemento essenziale: da al-koḥl ad alcohol – il nostro alcol. I seguaci di Galeno, dal canto loro, osteggiarono l’uso di questo elemento nella farmacopea e, insomma… tra tifoserie varie, ammiratori e detrattori, l’antimonio finì col guarire Luigi XIV da un morbo e va da sé che fu gloria eterna per questo semimetallo.

Per tornare al suo uso cosmetico, pare strano che nella lingua araba esista un verbo che indica in modo specifico l’azione del colorarsi le palpebre. Eppure, il trucco è una pratica che ha radici ancestrali e che fa parte dei comportamenti umani dall’alba del tempo. Gli antichi Egizi erano grandi truccatori, così come i Sumeri, gli antichi Greci e i Romani: il trucco è un tratto culturale che può assumere importanti significati simbolici, e un canale per esprimere creatività e sensibilità estetica. In una foto del Neues Museum di Berlino (CC BY-SA 3.0), il busto della regina Nefertiti (XIV secolo a.C.) con gli occhi truccati di kohl.

Tra i popoli sviluppatisi nei climi più caldi e desertici truccarsi gli occhi era in tempi antichi addirittura una pratica igienica: proprio il kohl, anche detto kajal con la parola di origine indiana, proveniente dal Vicino Oriente, dall’Africa settentrionale e sub-sahariana, è stato utilizzato sin dall’età del bronzo come una protezione dalle infezioni dell’occhio: la componente grassa del kohl impediva alle impurità di penetrare e si credeva che il nero d’antimonio contribuisse a proteggere le pupille dal sole cocente. Non stupisce, quindi, che nella famiglia delle parole vicine a kohl ci sia anche quella dal significato di collirio e, perfino, un termine per indicare il medico oculista! Va anche detto che, nell’uso tradizionale del kohl vi era perfino una componente di superstizione che vedeva nel nero bluastro dell’antimonio una difesa dalle fatture.

La prossima volta che prenderete in mano la matita kohl per mascherarvi da pirata o per ottenere uno sguardo misterioso e ipnotico come quello che l’immaginario collettivo associa agli occhi orientali dei nomadi del deserto, pensate che vi state mettendo sugli occhi l’epigono di una tradizione millenaria che ha incrociato il cammino di Cleopatra, di Plinio, di Paracelso e perfino del Re Sole! Non male, per un bastoncino di polvere nera.

Parola pubblicata il 20 Novembre 2020

Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini

Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.