Lungo

Leopardi spiega parole

lùn-go

Significato Che si estende orizzontalmente nello spazio nel senso della lunghezza; che presenta notevole distanza tra le sue due estremità; che ha una lunghezza o una durata determinate; tra due dimensioni, quella la cui estensione è maggiore; che si estende nel tempo, che dura per molto tempo; cibo o bevanda con una maggiore quantità d’acqua rispetto al normale; come preposizione, vale “rasente, accanto a”, “per tutta la lunghezza di”, “durante, nel corso di”

Etimologia dall’aggettivo latino longus ‘esteso, vasto, duraturo, lontano’.

  • «Questo film è troppo lungo, vediamolo un’altra sera»

Appena ventenne, Leopardi inizia a stilare nel suo Zibaldone quello che potremmo definire un vocabolario poetico d’uso, una lista di voci considerate piccoli scrigni di bellezza che conferiscono indubbio fascino a qualsiasi discorso poetico. Ad accomunarle tutte un sentimento di indefinita vaghezza che avvolge il loro significato e la sensazione che suscitano.

Posteri, posterità, (…), futuro, passato, eterno, lungo, in fatto di tempo, morte, mortale, immortale e cento simili, son parole di senso o di significazione quanto indefinita, tanto poetica e nobile, e perciò cagione di nobiltà, di bellezza ecc. a tutti gli stili.

Nell’ottobre del ’21 dedica parte di questa sua trattazione a una serie di voci la cui indefinitezza è relativa alla dimensione temporale: posterità, futuro, eterno, immortale, parole che aprono a spazi di tempo illimitati, di cui è impossibile avere contezza esatta.

Tra queste, Leopardi inserisce anche l’aggettivo lungo che, precisa, è da intendersi specificamente in termini di tempo: in questo senso, si tratta di una parola evidentemente vaga in quanto non dice una misura esatta, non dà informazioni precise ma evoca una certa indefinita estensione di tempo.

E tu cui lungo
amore indarno, e lunga fede, e vano
d'implacato desio furor mi strinse

Giacomo Leopardi, Ultimo canto di Saffo

Così Saffo si rivolge all’amato Faone, rievocando i sentimenti che a lungo l’avevano stretta a lui – ciò che importa non è certo la durata esatta di questo amore, di questa fedeltà.

La necessità della precisazione appuntata sullo Zibaldone (“in fatto di tempo”) è dovuta al fatto che tale aggettivo si trovi anzi spesso impiegato per descrivere altri tipi di lunghezze, quelle cioè appartenenti allo spazio fisico.

Un viaggio durato per mesi può certo definirsi un lungo viaggio, si può parlare di lunghi spettacoli, concerti, conferenze quando il tempo del loro svolgimento supera le nostre aspettative, e così un lungo sospiro può dirsi in quei casi in cui chi lo emette vuole proprio che non passi inudito. Allo stesso modo però possiamo parlare di lunghe strade, fiumi, gallerie, ma anche del lungo collo della giraffa, di animali a pelo lungo, di lunghi abiti e via dicendo.

Il punto d’incontro tra queste due dimensioni sta nell’idea dell’estensione: qualcosa di lungo è sostanzialmente qualcosa che si estende, nel piano fisico o in quello temporale, spesso in misura maggiore rispetto al consueto.

Oltre però a tale sfumatura generica, lungo può essere anche impiegato in senso più specifico come unità di misura della durata o della lunghezza: una guerra lunga dieci anni, un ponte lungo cento metri. Nel caso della misurazione spaziale, quando è accostato a un’altra dimensione si riferisce a quella che tra le due è maggiore: “questo tavolo è lungo 230 cm e largo 100”.

La doppia alternativa di spazio e tempo la ritroviamo anche quando lungo abbandona gli abiti di aggettivo per farsi preposizione. Così lo impieghiamo tanto nel senso di rasente, accanto a: “Mi piace passeggiare lungo il fiume” e in quello per tutta la lunghezza di:Lungo la strada vedrai moltissimi pioppi”, quanto per indicare qualcosa che accade durante, nel corso di:Lungo il corso dei secoli questa tradizione si è venuta perdendo”.

Questa duplice possibilità semantica era già viva nella forma latina da cui l’aggettivo prende i natali, longus (“lungo, esteso, duraturo, prolisso”), e la ritroviamo infatti testimoniata anche in altre due voci nate da questo aggettivo, il più comune lontano e il letterario lungi.

Una parola d’uso più che comune, che come spesso accade in questi casi si è resa protagonista di svariate espressioni e modi di dire (a lungo, alla lunga, in lungo e in largo, di gran lunga, farla lunga, muso lungo), che si può incontrare poi anche lì dove meno te lo aspetti, come per descrivere un caffè a cui è stata aggiunta più acqua.
Ma che tra i versi di una poesia sa comunicare ancora, nonostante tutto, quel profondo intimo fascino che vi scorgeva il giovane poeta di Recanati:

Oh come grato occorre
nel tempo giovanil, quando ancor lungo
la speme e breve ha la memoria il corso,
il rimembrar delle passate cose

Giacomo Leopardi, Alla luna

Parola pubblicata il 20 Marzo 2023

Leopardi spiega parole - con Andrea Maltoni

Giacomo Leopardi, oltre ad essere un grande poeta, ha osservato e commentato esplicitamente molte parole della nostra lingua. Andrea Maltoni, dottoressa in filologia, in questo ciclo ci racconterà parole facendolo intervenire.