Macerazione

Le parole del vino

ma-ce-ra-zió-ne

Significato Processo del tenere qualcosa in soluzione per estrarne costituenti o per prepararlo a una lavorazione; logoramento, estenuazione, tormento

Etimologia da macerare, continuazione del latino macerare, da una radice indoeuropea ricostruita come mag- coi significati di ‘ammollare, impastare’.

  • «Continua la sua lunga macerazione in questa idea balzana.»

Che gran gusto le parole semplici e ataviche che raggiungono le vette della tecnica e della poesia!
Il macerare nasce da un concetto pratico, antico e versatile, davvero centrale, con grandi esiti in tante lingue: la radice indoeuropea da cui scaturisce, e che possiamo ricostruire in ipotesi come mag-, ha il significato di ammorbidire infradiciando, di impastare.
Nelle lingue germaniche dà vita a verboni come il machen tedesco e il make inglese, nientemeno che un ‘fare’. Dalle nostri parti dà vita anche alla materia del muro, che noi oggi consideriamo quando viene giù, la maceria — in origine un impasto d’argilla e paglia, da usare anche a secco.

Ora, il macerare in latino ha tutto il respiro dell’ammollare. Ma l’ammollare è molto suggestivo, invita ricche implicazioni: macerare diventa anche indebolire, infiacchire, e quindi estenuare, affliggere. Il modo in cui tutto questo passa in italiano per via popolare ci fa capire che stiamo parlando di immagini e sensazioni che la secolare comunità di parlanti ha ritenuto importanti.

A livello di definizione, oggi possiamo dire che ‘macerare’ è tenere qualcosa in un liquido, per estrarne qualcosa o per prepararlo a una lavorazione. La nonna lasciava macerare a lungo la carne nel vino, con la carta mandata al macero si fa nuova carta, si macerano i fiori per trarne un’essenza. Capiamo che l’umiltà dell’immagine accede anche alla tecnica, e al processo industriale: ad esempio nel mondo del vino il discorso sulla macerazione si fa particolarmente sofisticato.
Il mosto, mentre comincia a fermentare, può essere lasciato a macerare con le bucce — la porzione dell’acino dove si trovano composti che danno colore al vino, che conferiscono tannicità e complessità aromatica. La macerazione classica di grandi rossi può durare diverse settimane, mentre quella dei bianchi può essere brevissima e compiuta a freddo. Quella sulla macerazione è una scelta che dà un’impostazione netta sul risultato del vino, e per questo è uno di quei dati che spesso la cantina ci tiene a comunicare.

Ma è straordinariamente interessante e poetico parlarne in metafora. Parlare della macerazione continua in uno studio, in una lavorazione — non mette in luce lo sforzo e il risultato intellettuale dell’elucubrazione, ma l’intimo logoramento. Parlare della macerazione del corpo in una privazione — che tratteggia il suo indebolimento, l’afflosciamento, l’infradiciamento interiore ed esteriore. Parlare della macerazione nell’invidia e nel rancore — che evidenzia la trasformazione, il prodotto dell’intrisione di cattivi sentimenti protratta nel tempo.
E racconto quale sia il lavoro in cui mi sono macerato negli ultimi mesi, del nome orrendo del nuovo progetto dell’amministrazione, ideato da gente macerata nell’estetica, di come dopo il tuo successo io mi sia macerato di rabbia e gelosia.

Una ramificazione splendida, intelligente e di antico lignaggio. E pensare che a vederla senza niente saperne, ‘macerazione’ si direbbe una parola senza niente di speciale.

Parola pubblicata il 07 Marzo 2025

Le parole del vino - in collaborazione con la tenuta vinicola Santa Margherita

Alla scoperta di radici ancestrali, significati sorprendenti e accezioni à la page, stappiamo le parole del vino che ci arrivano da ogni parte. Questo ciclo è sostenuto dalla tenuta vinicola Santa Margherita.