Mirabile

mi-rà-bi-le

Significato Meraviglioso, degno di ammirazione

Etimologia voce dotta recuperata da mirabilis, derivato di mirari ‘sorprendersi, meravigliarsi’.

Questa parola è straordinaria per un motivo molto specifico. Il suo significato non è raro, anzi ha un numeroso arcipelago di onorevoli sinonimi variamente afferenti al concetto del degno di ammirazione e del meraviglioso — e però se ne distingue in maniera netta.

Scampiamo nell’uso di mirabile quando vogliamo significare la sua qualità in una maniera che da un lato sia alta, e le renda onore, dall’altro sia accessibile senza bizzarrie o sbavature d’enfasi. Infatti ha il destino curioso e ibrido di un termine insieme senz’altro di tenore letterario e senz’altro di uso corrente. Avviciniamoci.

Oggi in italiano il mirare è rimasto solo in quanto prendere la mira, come quando miriamo bene e invano per lanciare la buccia di banana nel cestino — o al massimo in quanto tendere ambizioso. Nell’uso letterario comune è stato a lungo un ‘osservare attentamente’, ma il suo nucleo originario è un nucleo di meraviglia: il latino mirari è precisamente il sorprendersi, il meravigliarsi.

Così il mirabile, già nel latino mirabilis, prende il profilo di un ‘degno di ammirazione, straordinario, sorprendente’. E lo fa con forza schietta e naturale, potente ma asciutta. Non è ordinario e scontornato come il meraviglioso e il magnifico, non è protocollare come l’ammirevole, non ha la normalità dell’eccezionale e dello straordinario, l’iperbole dell’inaudito, le ironie del mirabolante, le affettazioni del miro o del mirifico, né l’enfasi del portentoso, del prodigioso — e si potrebbe continuare ancora. Il mirabile trasmette, consegna il magnetismo dello stupore, e la sua semplice, disarmante solennità.

Così potremo parlare del restauro mirabile di un’opera d’arte, dello sforzo mirabile compiuto per rispettare la promessa, della mirabile raffinatezza di un piatto, della sintesi mirabile con cui viene espresso un concetto.

Un termine di uso pronto e mirabile. E anzi, se vogliamo aggiungere un mirabile dato etimologico, è plausibile che la radice indoeuropea da cui scaturisce mirus (il ‘meraviglioso’ da cui mirari deriva), e che è ricostruita come smeiro-, lo riconduce ai significati del ‘sorridere’.

Parola pubblicata il 24 Agosto 2021